Intel, quando saremo pronti per le auto senza conducente?

Intel, quando saremo pronti per le auto senza conducente?

Jack Weast, Senior Principal Engineer e Chief Architect dell’Autonomous Driving Group di Intel, traccia il confine tra guida autonoma e fiducia dei passeggeri.
Siamo molto vicini al perfezionamento della tecnologia delle auto a guida autonoma, ma il futuro dei veicoli senza conducente non ci porterà da nessuna parte se la gente non avrà fiducia. Un conto è essere trasportati dalle nostre auto autonome di test con un autista di sicurezza al volante, ma presto nessuno occuperà il posto di guida. Quando saremo pronti a salire a bordo di un’auto a guida autonoma? https://www.youtube.com/watch?v=YdEjbHzMAiM|600|450|0

La prospettiva della tecnologia dei veicoli autonomi è a dir poco allettante. Alcuni esperti prevedono che potremo salvare milioni di vite e offrire la mobilità a tutti semplicemente eliminando la presenza umana al posto di guida. Ma la differenza tra la teoria e la pratica si riduce al fatto che le persone sono davvero spaventate dalle auto robot. Infatti, un recente studio di AAA ha rilevato che il 75% degli americani ha paura di essere trasportato in auto che si guidano da sole.

La buona notizia è che si tratta di un problema risolvibile. In Intel, riteniamo di poter superare l’apprensione dei consumatori creando un’esperienza interattiva tra auto e persone trasportate che sia informativa, utile e confortevole. In una parola: affidabile. Il nostro team di ricerca sull’esperienza utente ha mostrato questo potenziale in un recente studio sul rapporto di fiducia dei passeggeri delle auto a guida autonoma.

Intel, quando saremo pronti per le auto senza conducente?

Jack Weast, Senior Principal Engineer e Chief Architect dell’Autonomous Driving Group di Intel

Questo studio limitato e qualitativo è stato condotto con consumatori che non hanno avuto precedenti esperienze con le vetture senza conducente, se non quelle che possono aver visto nelle loro città. Sono stati invitati a fare un giro su un’auto sperimentale senza conducente in cambio del feedback sulla loro esperienza. Sono state messe a punto e valutate cinque interazioni di fiducia: richiedere un veicolo, iniziare un viaggio, apportare modifiche al viaggio, gestire errori ed emergenze e fermarsi e uscire dal veicolo. Abbiamo intervistato i partecipanti prima e dopo il loro giro di prova e abbiamo anche registrato le loro reazioni durante l’esperienza.

L’attenzione era focalizzata sulla fiducia nei confronti delle macchine e sulla comprensione delle interfacce uomo-macchina (display, schermi touch, segnali vocali e altro) che forniscono ai passeggeri le modalità di interazione con le auto senza conducente. Sebbene lo scopo fosse limitato, i risultati sono stati unanimi. Ogni singolo partecipante ha sperimentato un enorme incremento del livello di fiducia dopo aver completato il viaggio. Anche coloro che si sono presentati con apprensione nei confronti delle auto a guida autonoma hanno riconosciuto che i veicoli autonomi sono un mezzo di trasporto più sicuro e hanno dimostrato entusiasmo per la crescita di questo mercato.

Anche se abbiamo imparato molto da questo studio, siamo solo agli inizi. La nostra ricerca ha individuato 7 aree di tensione – o punti di vista contraddittori – che richiedono ulteriori approfondimenti. Intel intende continuare la ricerca sull’esperienza utente in queste aree e utilizzerà i risultati ottenuti per aiutare il settore a fornire un’esperienza affidabile con le auto senza conducente quando le prime automobili a guida autonoma inizieranno a percorrere le nostre strade. Il futuro della guida autonoma dipende da questo.

Intel, quando saremo pronti per le auto senza conducente?

L’accesso alla vettura avverrà attraverso smartphone.

Punti di tensione della fiducia nell’interfaccia uomo-macchina
Giudizio umano vs. giudizio delle macchine: i partecipanti erano preoccupati per l’assenza del giudizio umano nell’automobile senza conducente per quanto riguarda la gestione di situazioni non ben definite, come i pedoni che attraversano in zone non autorizzate o altri guidatori che tagliano la strada davanti all’auto autonoma. Ma hanno anche espresso la convinzione che i veicoli a guida autonoma saranno più sicuri perché eliminano l’errore umano e saranno più decisi degli esseri umani, che tendono invece a fare congetture.

Spazio personalizzato vs. mancanza di assistenza: l’idea di avere del tempo libero durante il viaggio a bordo di un veicolo che si guida da sé ha ispirato molti a immaginare come potrebbero utilizzare il loro tempo di viaggio, mentre pochi altri erano preoccupati della mancanza di interazione con un conducente umano. I genitori hanno apprezzato l’idea di trasportare minori non accompagnati senza la presenza di un estraneo/un autista a bordo del veicolo. Tuttavia, i partecipanti erano anche preoccupati per la mancanza di responsabilità quando non è presente un autista.

Consapevolezza vs. troppe informazioni: la maggior parte dei partecipanti prevede una curva di apprendimento per acquisire dimestichezza con il sistema di guida autonoma. Ma una volta che si sviluppa fiducia nel sistema, hanno osservato che alcuni degli avvisi e delle comunicazioni potrebbero diventare fastidiosi e invasivi. Mentre hanno apprezzato l’utilità di promemoria di sicurezza e informazioni contestuali, non volevano essere distratti da troppe informazioni.

Cedere il controllo del veicolo vs. ottenere un nuovo tipo di controllo: per alcuni, viaggiare sul sedile posteriore dove non erano presenti controlli del veicolo ha creato una sensazione di disagio. Anche il movimento autonomo del volante ha causato una certa dose di ansietà. I partecipanti hanno discusso i vantaggi di eliminare questi aspetti del design legacy delle automobili per alleviare il nervosismo. Hanno anche apprezzato le nuove esperienze di controllo: la capacità di richiedere un veicolo e sbloccarlo/aprirlo con un dispositivo mobile, la riduzione dello stress per non dover guidare e la sicurezza percepita di avere più “occhi” sulla strada.

Come funziona vs. prova che funziona: comprendere come funziona la tecnologia e le sue piene capacità sono stati aspetti di primaria importanza per i partecipanti. Allo stesso tempo, vedere e sperimentare il modo in cui i veicoli rilevavano e reagivano a ciò che stava accadendo intorno a loro – provando che il sistema funziona – ha aiutato i partecipanti a ottenere fiducia, sottolineando l’importanza di un sistema HMI (Human-Machine Interface, interfaccia uomo-macchina) trasparente.

Ascoltare informazioni vs. comunicare tramite voce: mentre i partecipanti erano confortati dalla “voce” umana dell’auto, molti si chiedevano se avrebbero potuto usare la propria voce per comunicare con il veicolo. Essere in grado di conversare e scambiare informazioni come quando è presente un autista è emerso come un vantaggio, soprattutto se c’è bisogno di fare una deviazione, cambiare destinazione o tenere conto delle condizioni meteorologiche mutate.

Macchine che seguono le regole vs. interpretazione umana delle regole: mentre la sicurezza era il fattore numero uno per la fiducia tra i partecipanti, abbiamo registrato sfumature per quanto riguarda la loro interpretazione della sicurezza. Alcuni partecipanti hanno riconosciuto che il loro comportamento come conducenti non era sempre sicuro o conforme alle regole. Hanno riferito di accelerare su strade vuote, mangiare durante la guida e non fermarsi quando necessario. I partecipanti hanno riconosciuto che l’equilibro tra l’abbandono di questi comportamenti e l’accettazione di nuovi comportamenti basati sul controllo del sistema costituisce una sfida a cui è necessario adattarsi.