TEST: FLIR ONE Pro, la termografia a portata di smartphone

Per soddisfare le più disparate esigenze di impiego, FLIR propone la gamma ONE sia con connettori di tipo USB-C / Lightning, per smartphone Android e iPhone, ma anche varianti micro-USB per Android, segmento dove questo tipo di connettore rappresenta lo standard più diffuso. Proprio quest’ultima variante è quella che abbiamo ricevuto per le prove pratiche e che abbiamo abbinato a una varietà di smartphone con Android 6 e 7.

TEST: FLIR ONE Pro, la termografia a portata di smartphone

Il corpo della termocamera è compatto e molto robusto (68x34x14 mm), pesa solo 36,5 grammi e può sopportare cadute da 1,8 metri (decisamente molti di più di un comune terminale mobile!).
Il guscio incorpora un interruttore di accensione con LED di stato e una porta Type-C per la ricarica (in dotazione è fornito il cavo ma non il caricatore 220 V). Il connettore principale, necessario per dialogare con lo smartphone, può essere regolato in altezza rispetto al corpo principale della termocamera. Sfruttando la tecnologia OneFit e la rotella integrata è infatti possibile rialzare la porta USB quanto basta per garantirne un perfetto ancoraggio anche se il terminale in uso è munito di custodia protettiva.

TEST: FLIR ONE Pro, la termografia a portata di smartphone

Nel caso di ZenFone Max M1 la porta micro-USB è orientata verso l’operatore.

La variante USB Type-C è certamente la più versatile, in considerazione del fatto che il connettore di ultima generazione è reversibile e permette di inserire il device in entrambi i versi.
La storia cambia decisamente con la versione micro-USB che abbiamo provato. Per sua natura il connettore non è reversibile e, perciò, la termocamera può risultare montata con orientamento corretto, oppure no, in base a come è stata integrata la porta USB nel terminale a disposizione.
Di fatto si tratta di un problema non di poco conto, dato che con alcuni smartphone (per esempio Asus ZenFone 3 e ZenFone MAX M1 che abbiamo usato per le prove), il terminale è orientato verso l’utente, oppure è dislocato in posizione decentrata.
Non potendo ruotare in alcun modo la termocamera, questo si traduce nell’impossibilità di usarla o, quantomeno, in una certa difficoltà d’esercizio.

TEST: FLIR ONE Pro, la termografia a portata di smartphone

Usando un altro terminale Asus (ZenFone 3 Max), la porta USB è correttamente orientata ma decentrata su un fianco.

Al netto di questo particolare, l’installazione e l’uso quotidiano sono immediati. Una volta scaricata l’App dedicata, il sistema riconosce immediatamente la termocamera e si occupa di mostrare le immagini sul display. Fatto questo siamo già pronti per lavorare, con un’autonomia di circa un’ora, offerta dal compatto accumulatore interno, che può essere ricaricato in circa 40 minuti (valori dichiarati e confermati dalle nostre prove sul campo).