Centrica e la produzione energetica in loco delle imprese

Centrica analizza la produzione energetica in loco delle imprese

L’80% delle aziende intende assumere il controllo della propria energia entro il 2025, generando un quarto dell’energia elettrica direttamente in loco; il dato sale all’85% se si considerano solo le aziende italiane. È quanto emerge da uno studio commissionato da Centrica Business Solutions su oltre 1.000 aziende, in 6 Paesi (Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania, Stati Uniti e Canada) finalizzato a identificare i fattori chiave e gli ostacoli all’adozione di nuovi approcci energetici.
L’efficienza energetica è ormai un tema di primo piano per le organizzazioni, che stanno investendo sempre di più in soluzioni energetiche avanzate, spronate dalla necessità di migliorare l’efficienza operativa, dimostrare la loro responsabilità sociale e assicurare maggiore profittabilità.

Le aziende sono sempre più consapevoli che soluzioni energetiche evolute possono aiutarle a raggiungere i loro obiettivi strategici. In particolare, il 41% delle intervistate ha sperimentato una notevole riduzione del costo dell’energia dopo l’investimento in soluzioni tecnologiche avanzate.
Ma al di là dell’ormai consolidato risparmio nei costi, le organizzazioni che hanno investito in soluzioni energetiche attestano maggior controllo e visibilità sull’uso dell’energia (35%), conformità alla normativa (26%), conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, riduzione delle emissioni e miglioramento della reputazione aziendale (24%), conseguimento di entrate supplementari (23%), per citare solo i principali benefici.

L’indagine ha anche rivelato che la sicurezza energetica è considerata un serio rischio aziendale per le aziende (28% a livello global, 31% in Italia). Assieme all’incertezza politica, è considerato il rischio più sostanziale dalle aziende appena dopo la cybercriminalità (35%), posizionandosi più in alto addirittura del rischio finanziario (27%). I timori, d’altra parte, risultano ben fondati, in quanto le aziende sono dipendenti in materia di fornitura energetica come mai prima d’ora, una pressione probabilmente destinata ad aumentare laddove le interruzioni possono avere un impatto significativo sulle prestazioni finanziarie e la fedeltà del cliente.

Lo studio ha rilevato che circa la metà delle aziende intervistate ha già investito in soluzioni per l’efficienza energetica (52%), soluzioni di Energy Insight e monitoraggio dell’energia (40%), cogenerazione di energia elettrica e termica (37%) e rinnovabili (31%). In Italia, circa un quarto delle aziende intervistate ha già investito nella generazione on site (il 26% nella cogenerazione e il 24% nell’energia solare) e il 10% sta investendo in queste due tecnologie per averle a pieno regime entro i prossimi due anni.
Osservando i dati emersi dal report da un punto di vista settoriale, il manifatturiero si aggiudica il primo posto tra i mercati più avanzati rispetto all’adozione di soluzioni energetiche. Questo perché l’energia è davvero fondamentale per queste aziende e rappresenta una chiara priorità ai fini degli investimenti. Segue l’immobiliare, che comprende anche l’edilizia, settore sottoposto alla continua pressione di dover adottare pratiche sostenibili e le aziende di distribuzione. Bocciata, invece, l’istruzione, che si attesta all’ultimo posto tra i settori più meritevoli.

Per quanto riguarda le dimensioni aziendali, il segmento delle aziende con la più alta posizione media in termini di adozione di misure energetiche è quello con un numero di dipendenti compreso tra 2.500 e 9.999, che si dimostrano sufficientemente grandi per percepire in modo chiaro i vantaggi dell’efficienza energetica ma allo stesso tempo in grado di guidare il cambiamento. Le organizzazioni di dimensioni maggiori (+10.000), infatti, potrebbero trovarsi di fronte ad alcune complessità in termini di processi decisionali e di atteggiamenti consolidati.

La consapevolezza delle opportunità commerciali che presentano gli investimenti energetici, dunque, è generalizzata (94% a livello globale, 95% in Italia). Ma vi è un forte divario tra le aspirazioni delle imprese e le azioni che ne derivano: molte aziende riconoscono i vantaggi derivanti dai miglioramenti in campo energetico, ma non sanno dove o come investire. Circa la metà delle aziende nazionali afferma di non sapere come utilizzare in maniera più efficace le risorse di generazione dell’energia di cui dispongono e le aziende che non hanno ancora adottato una strategia energetica, in genere forniscono come motivazione la ‘competenza’, ovvero l’incapacità di definire una strategia energetica o la mancanza di partner in grado di fornire la necessaria assistenza.