Accensione termosifoni, i consigli di Qundis per risparmiare

Contabilizzazione impianti centralizzati, partono le multe

Antonello Guzzetti, Country Manager di Qundis, propone semplice consigli di buon senso e razionalità per ridurre sprechi e massimizzare la resa dell’impianto.

Dopo una lunga estate, con temperature sopra la media stagionale a settembre e durante la prima metà di ottobre, pare giunto il momento di rassegnarsi all’evidenza che bisogna accendere i termosifoni, in molte parti d’Italia almeno. Per tale ragione, Qundis – uno dei principali player nel settore dei misuratori e dei sistemi per la contabilizzazione del calore – ha deciso di dispensare alcuni suggerimenti per preparare i propri termosifoni alla nuova stagione e, al contempo, veder diminuire i propri costi in bolletta.

1. Fare un check-up del radiatore. Una macchina che torna a lavorare dopo mesi di inattività necessita di attenzioni. La prima cosa da fare, quindi, prima della riaccensione dei termosifoni è un’attività di spurgo: eliminare l’aria presente nei tubi è essenziale per il corretto funzionamento del termosifone. Una volta eliminata l’aria, è poi necessario effettuare una buona pulizia per rimuovere tutto ciò che può essersi depositato sui termosifoni durante la stagione estiva.

2. Liberare i radiatori da ogni impedimento: I termosifoni sono, a volte, visti come un ostacolo alla realizzazione di un design moderno e vengono nascosti in mille modi affinché diventino un elemento di arredo. Nulla di male, purché il radiatore possa svolgere a pieno il proprio lavoro: I termosifoni non vanno mai coperti in alcun modo. In caso di necessità, mensole sopra i caloriferi o specchi che li nascondono non dovrebbero mai avere una distanza inferiore ai 30 cm.

3. Installare dei dispositivi di contabilizzazione: com’è possibile gestire al meglio qualcosa di cui non si ha precisa misura? Spesso manca la consapevolezza di come viene effettivamente utilizzata l’energia consumata. Viene da se che quindi, mancando le informazioni, risulta impossibile implementare delle strategie adeguate di risparmio energetico, per questo è essenziale – e ormai obbligatorio – installare dei dispositivi di contabilizzazione del calore. Se non si disponesse ancora di tali strumenti, è opportuno pianificare i lavori per l’adeguamento a norma quanto prima. 

4. Monitorare costantemente i propri consumi: Questa è la prima operazione che permette di ottimizzare i consumi stessi. Il monitoraggio è fondamentale in tal senso e interventi di automazione e monitoraggio degli impianti – che permettano di misurare, controllare e analizzare l’utilizzo dell’energia – offrono risultati concreti misurabili nel tempo. Il solo monitoraggio di tutti i propri consumi insieme alla tempestiva informazione del consumatore fa diminuire il consumo di calore fino al 30%.

5. Sfruttare la luce del sole di giorno ma dormire con le tapparelle abbassate: Sembra banale ma è essenziale durante il giorno far entrare la luce del sole in casa, in modo da sfruttarne il calore per scaldare i vari ambienti. E’ auspicabile aprire le finestre per far cambiare aria solo nelle ore più calde della giornata e per un tempo non superiore ai 15 minuti. Al contrario, in serata conviene abbassare le tapparelle per mantenere in casa il calore evitandone la dispersione.

6. Rispettare la propria zona climatica di appartenenza: Non c’è una data univoca a partire dalla quale è possibile accendere i termosifoni: nel 1993, infatti, è stata introdotta una norma sugli impianti termici degli edifici ai fini del risparmio energetico. Da quel momento il territorio italiano è stato suddiviso in sei zone climatiche che indicano i valori medi della temperatura e le relative disposizioni da seguire. E’ indispensabile rispettare queste disposizioni: chi vive nelle zone climatiche A e B potrà accedere i termosifoni dall’1 dicembre, chi nella zona climatica C dal 15 novembre, chi nella D dall’1 novembre e chi nella E già dal 15 ottobre. Milano, ad esempio, appartiene alla zona E, una fascia più critica a livello climatico che ha, quindi, meno limitazioni di Roma, che si trova nella fascia D o di Napoli, collocata in fascia C.

7. Modificare il proprio comportamento abituale: Spesso è l’utente stesso la causa del proprio male; aprire le finestre a qualsiasi ora del giorno, asciugare i panni sul termosifone, non avere idea dei propri consumi medi mensili sembrano piccolezze, ed invece tenere un comportamento più responsabile e attento agli sprechi può generare da sé un risparmio sul conteggio finale dei costi di riscaldamento pari al 20%. Ovviamente negli edifici di nuova costruzione, il comportamento dell’utente ha un maggiore effetto sul consumo energetico che in edifici di costruzione meno recente poiché la coibentazione e gli impianti di riscaldamento sono molto più efficaci.