Biopiattaforma per l’economia circolare, il progetto di Sesto San Giovanni

L'impianto userà i fanghi di depurazione e FORSU per produrre biometano, energia pulita ed eco-fertilizzanti.

Biopiattaforma per l’economia circolare

Gruppo CAP e CORE presentano il progetto che trasformerà il termovalorizzatore e il depuratore di Sesto San Giovanni in una biopiattaforma per l’economia circolare.

Si tratta di un progetto importante che prevede la creazione di 547 nuovi posti di lavoro e l’abilitazione alla circolazione di 2.200 veicoli alimentati a biometano ogni anno.
A questo si affiancano: la riduzione dell’anidride carbonica, la riqualificazione delle aree verdi, l’impiego di tecnologie sul mercato per il contenimento dei fumi e degli odori.

Stiamo parlando di un impianto carbon neutral capace di impiegare i fanghi di depurazione e la frazione umida dei rifiuti per produrre biometano, energia pulita ed eco-fertilizzanti.

Il progetto ha integrato le istanze della cittadinanza emerse dal percorso partecipativo BiopiattaformaLab che ha preso vita già a novembre 2018.
Nel settembre 2019, grazie al confronto con gli stakeholder locali è stato costituito il comitato RAB (Residential Advisory Board). È composto da cittadini, rappresentanti delle imprese e delle amministrazioni coinvolte. Il suo scopo è quello di facilitare la comunicazione, l’informazione trasparente e l’interazione tra l’impresa e i cittadini residenti. Garantisce quindi trasparenza su tutte le informazioni legate all’attività dell’impianto.

Biopiattaforma per l’economia circolare

L’impianto da 56 milioni di euro intende diventare un punto di eccellenza per la produzione di biometano dalla frazione umida dei rifiuti (FORSU) e per la valorizzazione dei fanghi da depurazione.

La linea di trattamento della FORSU, che si avvale dell’implementazione delle nuove tecnologie di digestione anaerobica e upgrading, tratterà 30.000 tonnellate/anno di rifiuti umidi ora affidate a strutture esterne, per la produzione di biometano.
Si tratta della FORSU proveniente dai comuni di Sesto San Giovanni, Pioltello, Cormano, Segrate, Cologno Monzese, cioè i cinque Comuni lombardi che sono parte di CORE.

In questo modo, sarà possibile produrre una quantità di biocarburante tale da alimentare l’equivalente di 2.200 veicoli, per un percorso di 15.000 km all’anno. Il che porterà inoltre a un significativo risparmio in bolletta per i cittadini coinvolti, e a una sensibile riduzione delle emissioni di anidride carbonica, con diminuzioni che varieranno dal 77% al 92%.

Biopiattaforma per l’economia circolare

Il termoimpianto per il trattamento dei fanghi valorizzerà 65.000 tonnellate/anno di fanghi umidi, pari a 14.100 tonnellate/anno di fanghi essiccati. Quelli che prima erano scarti da smaltire, serviranno a produrre ben 11.120 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante.
In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.

Le acque depurate andranno a irrigare il parco, mentre il biometano prodotto dal digestore servirà per alimentare le vetture e veicoli adibiti al trasporto. Grazie al processo di termogenesi, gli ambienti saranno riscaldati proprio dal calore prodotto dall’acqua depurata.
Tra le priorità inoltre, la particolare cura dedicata alla riqualificazione delle aree verdi circostanti, tema oggetto di confronto e dialogo costante con la comunità locale: l’area sarà infatti circondata da nuovi spazi verdi che prevedono la piantumazione di alberi e piante, per compensare le emissioni di anidride carbonica.

Biopiattaforma per l’economia circolare

In fase di progettazione il tema del traffico, che risulta essere tra le maggiori priorità per il territorio, è stato studiato attentamente per provvedere a un’ottimizzazione dei flussi in entrata e uscita. È stato possibile stimare una riduzione del 29% del traffico generato dall’impianto, passando dagli 80 viaggi quotidiani attuali ai 57 previsti nel nuovo polo, senza aumentare il numero di mezzi impiegati.
Si può parlare a tutti gli effetti di un modello sostenibile di produzione e consumo che risponde agli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU.

Sia nella fase di realizzazione che nella fase successiva di funzionamento dell’impianto, il confronto con i cittadini resterà un riferimento costante. La presentazione del regolamento dei RAB e la sottoscrizione di un protocollo di intesa sono gli appuntamenti imminenti che li vedono protagonisti.