Società e investitori per la carbon neutrality, il parere di Roberco

Ripercorrendo tre anni di engagement, Robeco ha conseguito risultati soddisfacenti con le società del settore energia.

Carola van Lamoen, Head of Active Ownership Robeco

Per Carola van Lamoen, Head of Active Ownership Robeco, la cooperazione tra società e investitori è essenziale per raggiungere obiettivi sul cambiamento climatico.

E gli investitori stessi devono unire le forze in iniziative di collaborazione a favore di progressi reali nella decarbonizzazione del settore energetico.
Il tema al centro del dibattito a Davos il 21 gennaio sarà “Come affrontare le urgenti sfide climatiche e ambientali che stanno danneggiando la nostra ecologia e la nostra economia”.

Rotta per la carbon neutrality – Il traguardo di un mondo carbon neutral entro il 2050 è essenziale per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Esso punta a limitare il surriscaldamento globale a non più di 2°C oltre i livelli preindustriali entro la seconda metà del secolo.
Gran parte dell’attenzione si è concentrata sulla riduzione delle emissioni di carbonio da parte delle compagnie petrolifere e del gas. È un aspetto fondamentale per la transizione dai combustibili fossili verso un’energia a zero emissioni.

Tre anni di engagement – Nel 2019 si è concluso il programma di impegno triennale di Robeco al fianco di undici società quotate del settore Oil & Gas. Parliamo di realtà internazionali e statali che rendono conto di un quarto della fornitura globale di petrolio e un quinto della fornitura di gas.

Società e investitori per la carbon neutrality

Ripercorrendo questi tre anni di engagement, Robeco ha conseguito risultati soddisfacenti con le società del settore dell’energia.
Sulla base dei progressi di ogni azienda rispetto agli obiettivi di fondo fissati all’inizio del programma siamo stati in grado di concludere con successo sette casi su undici, pari a un tasso di riuscita del 64%.

Shell, uno straordinario successo – Tale attività di engagement si inquadrava nel lavoro di collaborazione con Climate Action 100+, un gruppo di oltre 370 investitori con più di 41 mila miliardi di dollari di masse gestite in totale. Lanciata nel dicembre 2017, l’iniziativa ha identificato più di 100 società tra quelle che hanno il maggior impatto a livello di emissioni di carbonio, inclusi i più grandi nomi del settore petrolifero e del gas.

È stato raggiunto un successo straordinario nel dicembre 2018, quando Shell ha accettato di fissare obiettivi a breve termine per le emissioni di carbonio e ha dichiarato che per la prima volta collegherà la retribuzione dei dirigenti al raggiungimento di questi obiettivi. L’engagement di Shell è stato guidato da Robeco e dal Church of England Pensions Board.

L’esempio di Shell dimostra quanto sia importante stringere delle partnership, sia con le società che devono ridurre la propria impronta di carbonio, che con altri investitori.
Iniziative come Climate Action 100+ hanno gettato le basi per accordi inediti e necessari per il futuro di settori ad alta emissione come l’aviazione, l’automotive, il trasporto marittimo, l’energia e l’acciaio.

Società e investitori per la carbon neutrality

Partenariati tra pubblico e privato – Il vertice di Davos riunisce le più grandi società del mondo per discutere di questioni di portata globale. Quest’anno i principali temi sono la sostenibilità, la “quarta rivoluzione industriale” e i trend demografici e sociali che stanno ridefinendo l’imprenditoria.
Gli investitori hanno la possibilità di basarsi sui successi sul piano cooperativo del 2019, da cui emergono tre importanti passi avanti. Il primo, e più considerevole, è stata la creazione di un modello di partnership a ombrello volto a stimolare un cambiamento ambizioso, come si è visto con i risultati ottenuti grazie al lavoro di concerto nell’ambito di Climate Action 100+.

Il secondo è stata l’idea di allineare i modelli di business delle società all’Accordo di Parigi con l’aiuto di organizzazioni come Transition Pathway Initiative, un osservatorio sulle emissioni di carbonio. Infine, l’attenzione dovrebbe coerentemente spostarsi dalla fornitura alla domanda di energia, poiché molte soluzioni di decarbonizzazione riguardano la fruizione di prodotti energetici da parte dei consumatori. Un esempio è costituito dai settori a elevate emissioni di carbonio, come i trasporti.

Serve più ambizione

Nel 2020 gli investitori e le società possono ripartire da questo successo. Il 2019 ha segnato uno spartiacque in termini di pratiche innovative e di cambiamento di atteggiamento e di posizioni da parte degli investitori.
Per questo motivo, il 2020 deve essere l’occasione per la costituzione di una nuova cooperazione tra i consigli di amministrazione e gli investitori istituzionali che si attenga a un cambiamento sistemico e a risultati concreti in grado di agire lungo l’intera catena del valore e in tutte le asset class, al fine di sviluppare percorsi a emissione di carbonio nette pari a zero in settori quali l’aviazione, l’automotive, il trasporto marittimo, l’acciaio e il cemento, per citarne alcuni.

A livello governativo, i contributi determinati a livello nazionale – il livello di emissioni che ogni singolo Paese si è impegnato a limitare ai sensi dell’Accordo di Parigi – balzeranno in cima alle agende. Molti governi, tra cui la patria di Robeco, i Paesi Bassi, stanno già fissando degli obiettivi. Alcune società stanno inoltre formulando i propri contributi determinati per cercare parimenti di diventare Net Zero Carbon entro il 2050.