
Giulia Lo Bianco, Head of Offshore Wind Italia di BayWa r.e., ci racconta l’evoluzione dell’eolico in Italia, le attività e le strategie future di crescita.
– Come si sta evolvendo il settore offshore italiano?
L’evoluzione del settore eolico offshore italiano si fonda principalmente su aspetti regolatori, economici e industriali. Per esempio, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). L’Italia dovrà raggiungere al 2030 una potenza da fonte rinnovabile di 131 GW (di cui 2.1 di eolico offshore). Per raggiungere questi sfidanti obiettivi sarà importante far ricorso alle diverse tecnologie rinnovabili disponibili, incluse quelle offshore (anche flottanti) al fine di sfruttare ulteriori aree ventose e soleggiate limitando il consumo di suolo e l’impatto paesaggistico (cfr PNIEC 2024).
Esistono poi meccanismi di sostegno: Il 13 agosto 2024 è entrato in vigore il decreto FER2 e la capacità disponibile assegnata ai progetti eolici offshore è di 3.8 GW da assegnarsi tramite tre aste nel periodo 2024-2028.
Successivamente, è importante considerare il Costo dell’energia elettrica. secondo i dati pubblicati dal GME e analizzati dal Sole 24 Ore in un articolo pubblicato a febbraio 2025, il prezzo medio all’ingrosso dell’elettricità in Italia per il mese di gennaio 2025 è stato pari a 143 €/MWh, in crescita rispetto alla media dei mesi precedenti. Comparando le medie di gennaio 2025, l’Italia registra valori all’ingrosso superiori per valori compresi fra il 25% e il 50% rispetto a quelli degli altri maggiori mercati europei. Le oscillazioni sono legate al prezzo del gas, il cui valore continua a crescere: in Italia il gas naturale, nonostante rappresenti circa il 40% del mix nella generazione energetica, stabilisce il prezzo dell’elettricità nel 90% delle ore.
Lo sviluppo della filiera industriale è determinante. Ad inizio aprile 2025 è stato reso disponibile il testo del decreto del ministro dell’Ambiente e del ministro dei Trasporti, di concerto con il ministro dell’Economia, che, ai sensi del DL Energia 181/2023, individua i porti di Augusta, Taranto, Brindisi e Civitavecchia come idonei a ospitare i cantieri per la realizzazione dei parchi eolici in mare. I porti di Augusta e Taranto, come annunciato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, sono individuati come “prioritari” per i cantieri a supporto dell’eolico offshore
Il quadro sopra descritto ha determinato un’evoluzione del settore eolico offshore italiano tale per cui, rispetto al numero totale di progetti eolici offshore in sviluppo (oltre 100), il settore si sta consolidando attorno ad un numero ristretto di sviluppatori strutturati e finanziariamente capaci di affrontare i passi propedeutici all’avvio dell’iter autorizzativo (indagini ambientali) e di far avanzare i propri progetti nell’espletamento dello stesso iter autorizzativo. Ciò ha fatto sì che ad oggi solo 1/3 dei progetti in sviluppo abbia avviato il procedimento di VIA (circa 20 GW, di cui BayWa rappresenta il 10% con 3 progetti) e, di questi, solo per 3 progetti è stato emesso un provvedimento di VIA favorevole (circa 1.1 GW); i restanti 2/3 rimangono in standby.
– Quali sono i Vostri focus e le strategie per la crescita del comparto nel 2025?
Prevediamo di portare avanti i 3 progetti per cui abbiamo avviato la procedura di VIA nel 2024 ed abbiamo ottenuto la procedibilità nel corso del 2025 (Scicli, Mazara del Vallo 1 e Mazara del Vallo 2). Crediamo molto in questi progetti la cui ubicazione è frutto di un’approfondita e complessa analisi tecnico-ambientale al fine di individuare le aree più adatte alla produzione di EE da fonte eolica, fatto salvo il massimo rispetto dei recettori sensibili interessati dalla realizzazione degli impianti.
Nel corso della procedura autorizzativa, ci stiamo interfacciando con gli enti coinvolti con spirito collaborativo e costruttivo al fine di adattare maggiormente e specificatamente le scelte progettuali effettuate alle esigenze regolatorie e del territorio. L’obiettivo di BayWa r.e. è quello di avviare la costruzione dei primi 2 GW entro il 2030. L’investimento associato a tali obiettivi di sviluppo ammonta a una cifra che supera i 14 milioni di euro. Nel frattempo, stiamo valutando per quali degli altri progetti della nostra pipeline è possibile avviare le indagini ambientali.
– Quali sono le indagini preliminari necessarie per costruire un impianto di eolico offshore in Italia? breve overview del processo, facendo anche riferimento a quello che BayWa r.e. ha fatto in Sicilia.
Nella realizzazione di parchi eolici offshore, l’ottenimento del Provvedimento di Autorizzazione unica (AU) e del propedeutico Provvedimento positivo di Valutazione di Impatto Ambientale (Decreto VIA) si pone al termine di un percorso complesso e articolato, che si sviluppa a partire dal reperimento di una solida base di informazioni sito specifiche in conformità alla normativa in materia vigente, in particolar modo con riferimento all’ambito marittimo.
All’interno di questo percorso si configura la possibilità di attivare la procedura di Scoping ai fini della definizione dei contenuti dello Studio di Impatto Ambientale e, per tutti i progetti in sviluppo, BayWa r.e. si è avvalsa della stessa aprendo fin da subito un dialogo con il MASE al fine di procedere secondo le direttive previste da quest’ultimo nel verbale di chiusura della menzionata procedura.
Le indagini preliminari svolte da BayWa r.e. sono state pianificate e perfezionate per rispondere puntualmente alle richieste pervenute dal MASE e hanno compreso indagini geofisiche (caratterizzazione batimorforlogica del fondale marino e identificazione di eventuali manufatti di vario interesse), indagini geotecniche (prelievo campioni per analisi di laboratorio al fine di raccogliere informazioni sulla stratigrafia del fondale) e indagini ambientali (verifica della presenza di habitat naturali protetti e catalogazione della vita marina nell’area di interesse tramite campionamenti, raccolta di video e immagini, monitoraggi marini per lo studio di mammiferi, avifauna e acustica).
Nel 2024 abbiamo concluso tali indagini e presentato istanza di VIA per tre impianti eolici offshore localizzati oltre il confine delle acque territoriali della Sicilia tramite due società di scopo, ossia “Regolo Rinnovabili S.r.l.” e “Ninfea Rinnovabili S.r.l.”.
– Eolico offshore in Italia, ci può raccontare il vostro approccio generale e, in particolare, lo sviluppo dei progetti in Sicilia?
Da quando BayWa r.e. si è attivata nel settore dell’eolico offshore, come primo obiettivo ha concentrato gli sforzi del proprio team nel processo di individuazione delle aree più adatte alla realizzazione degli impianti eolici offshore di tipo galleggiante. L’analisi svolta è stata di tipo multi-criterio al fine di evitare i diversi vincoli ambientali e di tenere conto dei parametri tecnici essenziali per questi impianti, ossia, fra gli altri, batimetria, risorsa eolica e connessione alla rete, che sono funzionali alla maturità tecnologica.
Come anticipato in una delle domande precedenti, Baywa r.e. ha avviato il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale per 3 progetti collocati nel Canale di Sicilia e denominati rispettivamente Scicli, Mazara del Vallo 1 e Mazara del Vallo 2 per complessivi circa 2 GW.
La decisione di avviare il procedimento di VIA su questi 3 progetti prima degli altri in pipeline si fonda su 2 requisiti fondamentali. Il primo riguarda il contesto regionale: la Regione Sicilia ha dimostrato un’apertura nei confronti dello sviluppo della filiera delle rinnovabili e ciò è testimoniato sia dalle dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti delle maggiori istituzioni regionali sia dai dati più recenti (Report Produttività 2024 della CTS) in merito al rilascio dei pareri ambientali. A questi fattori si è aggiunta l’individuazione del porto di Augusta come polo strategico nazionale per la progettazione per lo sviluppo dell’eolico offshore.
A seguire, sono state determinanti le caratteristiche del sito: le aree selezionate si collocano in una delle zone marine più ventose tra quelle antistanti ai 7.500 km di costa italiana. Inoltre, la morfologia del fondale consente di collocare gli aerogeneratori a grande distanza dalla costa (minimizzando la loro visibilità) in quanto la batimetria si mantiene in un range di profondità traguardabile con tecnologie già mature oppure disponibili nel breve termine. Tali caratteristiche rendono i progetti sviluppati in queste aree realizzabili in un orizzonte temporale in linea con gli obiettivi di transizione energetica fissati per l’Italia.