Derbigum fa chiarezza in materia di efficienza energetica e sostenibilità

Derbigum ha voluto fare chiarezza su alcune questioni fondamentali riguardanti l’efficienza energetica, i materiali sostenibili e le certificazioni di sostenibilità.

Che cos’è il risparmio energetico?
Con questo termine si intendono una serie di azioni di programmazione e pianificazione che consentono di ridurre i consumi dell’energia necessaria allo svolgimento delle diverse attività umane. Il risparmio può essere ottenuto sia modificando i processi energetici in modo che ci siano meno sprechi, sia con tecnologie in grado di trasformare l’energia da una forma all’altra in modo più efficiente.

Che cos’è l’efficienza energetica?
È la capacità di un sistema di sfruttare l’energia che gli viene fornita per soddisfare il cosiddetto fabbisogno. Minori sono i consumi relativi al soddisfacimento di un determinato fabbisogno, migliore è l’efficienza energetica del sistema in questione.
L’efficienza energetica si esprime con un numero percentuale, dove lo 0% corrisponde allo “spreco” totale di un sistema che consuma energia senza produrre alcun risultato, mentre 100% è l’efficienza ottimale, dove ogni parte di energia immessa si trasforma in risultato.

Che differenza c’è tra risparmio energetico ed efficienza energetica?
L’efficienza energetica comporta un risparmio energetico, ma non è necessariamente vero il contrario. Nel “Libro Verde” della Comunità Europea si spiega come fare efficienza energetica non significhi “risparmiare”, bensì “fare di più con meno”, ottenere cioè uno stesso risultato con un minore utilizzo di energia. Il risparmio energetico invece non comporta necessariamente una migliore efficienza energetica, ma soltanto un diminuito fabbisogno energetico.

Cos’è la certificazione energetica degli edifici e quali sono i criteri per valutarla?
La certificazione energetica di un edificio è una procedura di valutazione prevista dalle direttive europee e dalla legislazione italiana, è il documento che indica l’entità del fabbisogno di energia necessaria in un anno per il riscaldamento degli ambienti, la produzione di acqua calda sanitaria e il condizionamento estivo dello stabile e che contiene inoltre valutazioni che individuano le azioni da intraprendere per ottenere un’ottimizzazione del rendimento energetico in termini di costi e benefici.
Il punteggio ottenuto dall’edificio, o dalla singola unità immobiliare, viene espresso in classi, con un meccanismo per molti versi analogo a quello utilizzato per gli elettrodomestici.

Cosa vuol dire classe energetica?
La classe energetica è l’espressione dell’efficienza energetica di un edificio. Essa rappresenta il consumo di energia che l’edificio richiede. Le classi energetiche vanno dalla lettera A alla lettera G, dove alla classe A+ è associato il consumo più basso, mentre alla classe G quello più alto.
Circa il 90% del patrimonio edilizio italiano esistente si trova in classe G.

Che cos’è il raffrescamento passivo?
Con questo termine si intendono i sistemi che permettono di ridurre e controllare la temperatura interna di un edificio durante i caldi mesi estivi e che sono caratterizzati da un limitato impatto ambientale e bassi consumi energetici. L’obiettivo del raffrescamento passivo è di massimizzare l’efficienza dell’isolamento di un edificio, riducendo la trasmissione di calore dall’esterno e facilitando le perdite di calore attraverso il movimento dell’aria, l’evaporazione o il contatto con il suolo. Le strategie che consentono di controllare il surriscaldamento degli edifici consistono principalmente nella protezione dall’irraggiamento solare, nel controllo dell’isolamento termico dei componenti dell’involucro e nella ricerca di sistemi naturali di raffreddamento per la ventilazione.

Quali sono i sistemi di raffrescamento passivo in copertura?
I più noti sistemi di raffrescamento in copertura sono l’ombreggiamento, l’applicazione di membrane di copertura ad elevato SRI (Solar Reflectance Index) e l’installazione di tetti verdi e giardini pensili.
Le soluzioni “cool roof” (tetto freddo) sono sistemi di copertura che riflettono la radiazione solare e che permettono di abbassare le temperature rispetto a quelle ottenute con un normale rivestimento: riducono infatti il flusso termico entrante nell’edificio e contribuiscono all’efficace diminuzione del valore medio della temperatura interna e una conseguente riduzione dei consumi per raffrescamento.

Cosa si intende per impronta ambientale?
L’impronta ambientale o impronta ecologica è una grandezza che misura l’impatto dello sviluppo e delle attività umane sull’ambiente e valuta il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle.
L’impronta ambientale calcola la superficie di sistemi ecologici produttivi necessaria per mantenere a lungo termine l’attività economica di una persona, di un’azienda o di un prodotto. Nel calcolo vengono considerate diverse variabili, come le tipologie di produzione, le tecnologie utilizzate e i modelli di consumo, i rifiuti prodotti, il consumo di energia e di materie prime. Confrontando l’impronta di un individuo o di un’azienda con la quantità di risorse fornite dalla Terra pro-capite si può capire se il livello di consumi è sostenibile o meno.

Cos’è l’edilizia sostenibile?
L’Edilizia Sostenibile, meglio conosciuta come Green Building, è l’edilizia che progetta, costruisce e gestisce edifici in maniera sostenibile ed efficiente. Un edificio sostenibile si pone come scopo il contenimento del consumo di risorse, l’utilizzo delle risorse naturali rinnovabili, la riduzione dei carichi ambientali, il maggior benessere ambientale, nonché la maggiore qualità del servizio.

Quando un prodotto può essere ritenuto sostenibile?
Principalmente quando riesce a svolgere la sua funzione minimizzando – se non annullando – l’impatto sull’ambiente. I materiali sostenibili comportano un limitato uso di materie prime, di energia e hanno una bassa produzione di rifiuti in tutte le fasi della loro vita, dalla produzione all’utilizzo fino allo smaltimento una volta esaurito il loro ciclo.
Per essere considerati tali, i materiali sostenibili devono essere di provenienza locale, per ridurre le spese e l’inquinamento dovuto al trasporto, preferibilmente riciclabili, frutto di processi produttivi efficienti in termini energetici e durare a lungo per limitare il ricorso a nuove materie prime vergini.

Qual è la differenza tra prodotti biologici e prodotti sostenibili?
Spesso i termini “biologico” e “sostenibile” vengono utilizzati come sinonimi per indicare un prodotto che non è dannoso per l’ambiente. Tuttavia, tali vocaboli indicano due realtà diverse: un prodotto si dice biologico quando è naturale, creato cioè a partire da sostanze presenti in natura e senza l’intervento di prodotti o lavorazioni chimiche. Ciò però non significa che l’impatto ambientale sulle risorse del pianeta sia basso. Anzi, al contrario, spesso i prodotti biologici utilizzano una grandissima quantità di risorse naturali, come nel caso dell’allevamento degli animali, o danneggiano la biodiversità, come nel caso delle monocolture intensive per le quali è necessario distruggere parti di ecosistemi complessi.
Un prodotto sostenibile, invece, prevede che le materie prime, la sua lavorazione, il suo uso e il suo smaltimento abbiano un impatto ambientale alla fine del ciclo di vita che sia il più positivo possibile. Per questo, per esempio, già nelle fasi progettuali dei prodotti, si prevede il modo di riutilizzarlo alla fine del ciclo di vita per reimmetterlo nel ciclo produttivo o per farne un uso diverso senza farlo diventare rifiuto, sprecando risorse. Un altro criterio per definire un prodotto sostenibile è la sua durata: più un prodotto ha una vita lunga, minore sarà la necessità di ricorrere a nuove materie prime per produrne di nuovo.

Cos’è l’LCA di un prodotto?
LCA è l’acronimo di Life Cycle Assessment (o Valutazione del Ciclo di Vita), ossia uno strumento utilizzato per valutare l’impatto ambientale di un prodotto, di un processo o di un’attività durante tutto il suo ciclo di vita, tramite la quantificazione dell’utilizzo delle risorse e delle relative emissioni nell’ambiente.
Gli obiettivi dell’LCA sono quelli di definire un quadro completo delle interazioni con l’ambiente di un prodotto o di un servizio, contribuendo a comprendere le conseguenze ambientali direttamente o indirettamente causate e quindi dare a chi ha potere decisionale le informazioni necessarie per definire i comportamenti e gli effetti ambientali di una attività e identificare le opportunità di miglioramento al fine di raggiungere le migliori soluzioni per intervenire sulle condizioni ambientali.

Chi certifica i prodotti sostenibili?
EPEA, l’Environmental Protection and Encouragement Agency di Amburgo rilascia la certificazione Cradle To Cradle. Tale certificazione si ispira ai criteri dello sviluppo sostenibile e premia la realizzazione di prodotti e servizi. In questo modo si possono individuare le potenzialità di future materie prime pronte a nuovi cicli produttivi e senza alcuna influenza sulla biodiversità. Anche la fase di produzione è studiata per avere il minimo impatto ambientale, sia a livello di consumi energetici, sia di utilizzo di materie prime, sia di emissioni di CO2.

ICEA, l’Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale è invece l’organismo che ha ricevuto da ANAB (l’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica) le attività di certificazione dei materiali, dei sistemi e degli organismi edilizi secondo i criteri dell’architettura sostenibile. Gli obiettivi della certificazione sono di promuovere un costante miglioramento dei prodotti, dei processi e delle tecnologie in modo da ridurre l’impatto ambientale in ogni fase del ciclo di vita dei prodotti, di migliorare i livelli di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro e di tutelare l’utilizzatore finale, riducendo tutti i possibili rischi per la salute e rendendo trasparente l’informazione ambientale sui materiali per la bioedilizia.

Quali sono i vantaggi di un edificio sostenibile?
Secondo la definizione del Green Building Council, “un green building è salubre, confortevole, durevole, energeticamente efficiente e ambientalmente responsabile”. La costruzione di un edificio sostenibile comporta certamente vantaggi di tipo ambientale, come la riduzione del consumo di risorse naturali, e di tipo economico, come la riduzione dei costi. Inoltre, migliora la salute e la sicurezza delle persone che lo abitano grazie ai comfort di cui dispone e porta benefici per la collettività, minimizzando lo sforzo su infrastrutture locali e migliorando la qualità di vita.

Quali sono le certificazioni di sostenibilità ambientale dell’edificio?
Le certificazioni delle caratteristiche prestazionali e di sostenibilità degli edifici sono garanzie di terze parti indipendenti che, per far fronte alle attuali logiche di edilizia sostenibile, hanno elaborato diversi schemi di certificazione degli edifici basati su un sistema a rating e che promuovono l´utilizzo di tecniche progettuali e materiali a basso impatto ambientale. Esistono più certificazioni di sostenibilità promosse da diverse associazioni e organizzazioni.

La certificazione LEED – Leadership in Energy and Environmental Design – è un programma di certificazione volontaria sviluppato dall’US Green Building Council (USGBC). Può essere applicata a qualsiasi tipo di edificio, commerciale e residenziale, pubblico e privato, e indica i requisiti per costruire edifici eco-compatibili, capaci di “funzionare” in maniera sostenibile e autosufficiente a livello energetico. La certificazione LEED promuove un approccio orientato alla sostenibilità, riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori chiave, quali il risparmio energetico e idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito.

ITACA, l’istituto per l’Innovazione e la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale, ha avviato con ACCREDIA – l’ente italiano di accreditamento – la realizzazione del sistema nazionale di accreditamento e certificazione, su base volontaria, a sostegno delle politiche regionali per la sostenibilità ambientale delle costruzioni. Tale accordo, approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha l’obiettivo di garantire l’indipendenza, l’imparzialità e la competenza di chi valuta la conformità della certificazione basata sul “Protocollo Itaca” alle norme di riferimento.

La certificazione BREEAM – BRE Environmental Assessment Method – è la metodologia di valutazione ambientale del BRE Group UK, un’associazione inglese indipendente che valuta il livello di sostenibilità degli edifici. BREEAM stabilisce lo standard di bioedilizia di più alta qualità ed è diventato il criterio di valutazione più utilizzato per rappresentare la performance ambientale di un edificio. Il protocollo ambientale BREEAM considera un’ampia serie di problematiche ambientali e di sostenibilità e consente a investitori e progettisti di provare a clienti ed amministrazioni locali le credenziali ambientali degli edifici da loro realizzati. BREEAM utilizza un sistema di punteggio semplice e chiaro, supportato da una ricerca basata su esperienza e dati concreti, ha un’influenza positiva sulla realizzazione e gestione dell’edificio e stabilisce uno standard tecnico robusto tramite un sistema rigoroso di controlli di qualità e certificazione.

La certificazione HQE – Haute Qualité Environmentale – è il sistema di certificazione energetica ideato dall’associazione indipendente francese HQE per la valutazione della sostenibilità e dell’impatto ambientale degli edifici. L’obiettivo è migliorare la qualità ambientale di un edificio, valutare e monitorare il suo impatto sul pianeta. HQE contribuisce a far impegnare le autorità, gli architetti, i produttori e gli imprenditori a creare ambienti interni confortevoli e salutari per i loro clienti, assicurando le migliori condizioni di salute e comfort.