ENI approva un piano di ricerca per i sistemi di accumulo

Siglando il rinnovo dell’Accordo Quadro di collaborazione con il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Paolo Scaroni, Amministratore Delegato e Direttore Generale ENI ha sottolineato l’impegno della società per lo sviluppo di soluzioni di stoccaggio per la stabilizzazione dell’energia da fonti rinnovabili.

ENI ha di fatto avviato un programma specifico per la ricerca e lo studio di nuove piattaforme di accumulo e di batterie integrabili nella rete di distribuzione.
Nonostante gli accordi contengano evidenti elementi in controtendenza rispetto alla filosofia green e rinnovabile, come la sperimentazione di tecniche per la caratterizzazione di giacimenti di idrocarburi e il monitoraggio ambientale per la produzione di petrolio e gas, Eni sembra avere intrapreso una logica di supporto per i nuovi sistemi di approvvigionamento energetico.

In passato Scaroni aveva criticato pesantemente i problemi legati all’intermittenza dell’energia prodotta dalle rinnovabili e, anche oggi, non manca di sottolineare il peso economico delle fonti energetiche alternative in bolletta: “Penso che le rinnovabili che oggi utilizziamo, solare in particolare ed eolico, creano dei problemi. Ad esempio, hanno un costo esorbitante sulle bollette degli italiani ma tutto questo non vuole affatto dire che sono contro. Penso che questo tipo di rinnovabili vadano limitate perché hanno due grandi difetti: il primo che sono costose e il secondo che sono intermittenti”.
In quest’ottica lo studio approfondito di nuove soluzioni per lo storage potrebbe consentire una riduzione dei costi e consolidare la produzione energetica, favorendo lo sviluppo futuro di piattaforme per l’energia pulita.