EBS: biomasse solide concorrono alla transizione energetica

L’associazione EBS è soddisfatta per i recenti provvedimenti del Governo sui prezzi minimi garantiti finalizzati a tutelare il settore delle biomasse.

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L’Associazione EBS (Energia da biomasse solide) è intervenuta nella prima giornata dell’Italian Energy Summit nell’ambito della tavola rotonda “Il futuro delle fonti di energia rinnovabili: indipendenza energetica e il ruolo degli operatori del settore”.

Andrea Bigai, socio fondatore di EBS e membro del consiglio direttivo, che ha preso parte al focus dedicato al tema, ha affermato che il settore delle biomasse è un vero e proprio settore industriale, con una produzione annua di circa 2.500 GWh garantita con continuità per oltre 8 mila ore l’anno. Per la loro programmabilità, le biomasse solide si inseriscono nello scenario futuro del mercato energetico per dar vita a un mix di fonti diversificate, indispensabile per l’indipendenza energetica. La filiera impiega più di 5.000 lavoratori soprattutto nell’attività di approvvigionamento di circa 3 milioni di tonnellate di biomasse solide raccolte in Italia.

La raccolta delle biomasse solide

A proposito del combustibile utilizzato negli impianti, distribuiti in tutto il Paese, Bigai ha sottolineato la logica a cascata con cui avviene la raccolta del materiale residuale. Si tratta di residui di origine forestale, agroforestale e agroindustriale che anziché essere smaltiti dalle pubbliche amministrazioni sul territorio, dagli operatori forestali, agricoli e agroindustriali, vengono reimpiegati in modo utile per la generazione elettrica diventando anche occasione di reddito integrativo per gli attori della filiera.

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Andrea Bigai, socio fondatore di EBS e membro del consiglio direttivo

In questo modo gli associati EBS esercitano un ruolo di presidio attivo del territorio, grazie a interventi di manutenzione e di riduzione dei rischi idrogeologici e di incendi. Ne deriva un ciclo virtuoso di economia circolare. Tuttavia ancora oggi esiste un problema di classificazione normativa di alcuni residui vegetali, in primis quelli da manutenzione del verde pubblico e privato. Questi sono inquadrati come rifiuti, anche se tecnicamente assimilabili a residui forestali, e quindi inutilizzabili negli impianti. Tale dinamica determina non solo uno smaltimento oneroso ma anche una mancata opportunità.

Anche altri aspetti legati alla normativa sono cruciali e urgenti per il futuro delle centrali a biomasse solide. Il settore è regolato da un meccanismo di sostegno. Il suo futuro e la continuità di esercizio delle centrali a biomasse solide dipendono dai provvedimenti che l’Autorità emanerà in seguito all’approvazione della Legge (26 luglio 2023 n.95) sui prezzi minimi garantiti. L’auspicio è che ciò avvenga quanto prima per consentire agli impianti di proseguire la produzione di energia, sopperendo alla scadenza del programma di massimizzazione fissata il 30 settembre. Il rischio reale è il fermo delle centrali, con immaginabili conseguenze sulla filiera.