Le biomasse solide per ridurre il rischio blackout

Dopo il blackout in Spagna, è evidente l’importanza di garantire la stabilità della rete. La produzione di energia da biomasse solide può fare la sua parte.

EBS biomasse solide

Si rincorrono ancora le voci e le ipotesi sulle possibili cause che alcuni giorni fa hanno generato l’enorme blackout che ha colpito la Spagna, il Portogallo e parte della Francia. Nel mirino sono finite soprattutto le rinnovabili anche se la Presidente della rete elettrica spagnola Ree, Beatriz Corredor, ha affermato che le rinnovabili non sono la causa del blackout.

Il Presidente dell’Associazione EBS (Energia da biomasse solide), che riunisce in Italia i principali operatori industriali per la produzione di energia elettrica da biomasse solide con impianti di taglia superiore ai 5 MW, illustra l’importanza della programmabilità delle biomasse solide a supporto della sicurezza nella transizione energetica.

Andrea Bigai, Presidente dell’Associazione EBS
Indipendentemente dallo specifico ruolo delle rinnovabili non programmabili, l’accaduto ha messo in evidenza i limiti oggettivi di alcune fonti rinnovabili rispetto alle tematiche di bilanciamento e stabilità del sistema elettrico. E la necessità di un più efficace coordinamento fra le produzioni elettriche di tutte le fonti.

La Spagna ha subito una perdita di 15 GW di generazione elettrica, pari al 60% della domanda nazionale, in cinque secondi. Un danno economico stimato in una cifra tra i 2,2 e i 4,5 miliardi di dollari, secondo le parole del Presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez.

In Spagna il mix di generazione elettrica è composto per oltre il 40% da eolico e solare che sono fonti intermittenti, in quanto legate alle condizioni meteorologiche. Una delle ipotesi del blackout è che un forte eccesso o difetto di produzione rinnovabile, non adeguatamente supportato dalle tecnologie di stoccaggio, avrebbe provocato uno sbilanciamento sulla rete e condotto all’interruzione.

Andrea Bigai
Di fronte a questo scenario bisogna prendere atto del peso strategico di altre fonti rinnovabili, come le biomasse solide che sono in grado di garantire una continuità di esercizio per oltre 8.000 ore l’anno e non dipendono da elementi atmosferici. La programmabilità è una caratteristica dell’energia prodotta da biomasse solide particolarmente distintiva e utile nella transizione verso un modello caratterizzato dalla diffusione di fonti intermittenti, come l’eolico e il fotovoltaico. La regolarità di esercizio e la possibilità di stoccaggio della biomassa solida garantiscono stabilità della rete elettrica nazionale, permettendo a differenza di altre fonti un utilizzo programmato a seconda delle necessità della rete elettrica.

L’importanza delle biomasse solide per la produzione di energia rinnovabile

Secondo i dati del report statistico 2023 di Bioenergy Europe, le biomasse solide pesano per oltre il 15% sul mix energetico rinnovabile dell’Ue e per il 5% sulla quota totale di elettricità. La biomassa solida rappresenta tra i biocombustibili per la produzione elettrica il 58,7% in Ue e il 32,1% in Italia (Eurostat 2021). Seguono biogas (21,7%), rifiuti urbani rinnovabili (17,6%) e biocarburanti liquidi (2%).

L’attività degli impianti di produzione di energia da biomasse solide agevola in modo costante e redditizio il recupero di materiali residuali di comparti cardine come l’agroalimentare italiano posizionandosi all’ultimo gradino dell’utilizzo a cascata dei prodotti di tali filiere e realizzando il modello virtuoso dell’economia circolare.