Energie rinnovabili: strategie per una rete più resiliente

Il futuro delle energie rinnovabili richiede interconnessione europea, digitalizzazione e servizi ausiliari per garantire stabilità e resilienza della rete.

ANIE Rinnovabili e lo stato di salute delle energie rinnovabili

Raffaele Ciotta, Managing Director di Foresight, prende spunto dal COP30 per riflettere sulla digitalizzazione e sulle energie rinnovabili, per una rete energetica italiana più forte e connessa.

Uno dei temi principali del COP30 è stato quello delle energie rinnovabili. Durante i lavori preparatori sono emersi dati contrastanti forniti dall’Agenzia Internazionale dell’Energia sul fronte delle energie rinnovabili: il 2024 è stato un anno record, con 582 GW di nuova capacità installata in tutto il mondo. Si tratta di un ritmo sostenuto, ma non sufficiente a mantenere la traiettoria tracciata dall’accordo di Dubai. Per raggiungere l’obiettivo, dal 2025 in poi sarà necessario installare ogni anno 1.122 GW di capacità rinnovabile in tutto il mondo.

Energie rinnovabiliQuando, tra qualche settimana, guarderemo indietro per raccontare gli eventi del 2025, il blackout che ha colpito la Spagna e il Portogallo il 28 aprile, lasciandoli senza elettricità per oltre 10 ore, sarà senza dubbio incluso tra gli eventi più paradigmatici. Nel 2024, la Spagna è diventata un leader globale nella produzione di energia rinnovabile, con oltre il 60% della sua elettricità proveniente da fonti pulite. Incoraggiata dagli obiettivi climatici dell’UE e dal sostegno pubblico, la Spagna si è prefissata l’obiettivo di raggiungere la decarbonizzazione quasi totale della sua rete entro il 2030. Sebbene alcuni abbiano puntato il dito contro le energie rinnovabili, il blackout non è stato causato dalla produzione rinnovabile, poiché non è stato registrato alcun calo di produzione né un picco di domanda insostenibile.

Il blackout in Spagna è stato causato da un picco di tensione che non è stato adeguatamente compensato, a causa di un’insufficiente regolazione della potenza reattiva, di un errore di pianificazione operativa e di carenze nella gestione della rete ad alta tensione. La rete di trasmissione non era ancora completamente attrezzata per gestire un’elevata quota di generazione non sincrona (come l’eolico e il solare), in assenza di sistemi di stabilizzazione della tensione e di riserva sincrona.

Una maggiore penetrazione delle fonti energetiche rinnovabili non causa di per sé blackout, ma cambia in modo significativo il modo in cui la rete deve essere progettata e gestita. Le fonti rinnovabili, in particolare quelle collegate tramite inverter, richiedono nuovi strumenti e strategie per garantire la stabilità della rete, tra cui il supporto di tensione, la regolazione della frequenza e i servizi ausiliari.

La situazione dell’Italia

L’Italia sta seguendo un percorso di decarbonizzazione simile a quello della Spagna. Secondo i dati di alcuni dei principali attori del settore, nel 2024 le fonti rinnovabili hanno coperto il 41% del fabbisogno energetico nazionale italiano. Si tratta di un dato record, dovuto principalmente alla crescita del fotovoltaico e al ritorno alla normalità della produzione idroelettrica.

In questo contesto, l’aumento della penetrazione delle energie rinnovabili non è un rischio intrinseco, ma deve essere accompagnato da una serie di misure abilitanti. Innanzitutto, l’espansione dei sistemi di accumulo di energia, composti da batterie, pompaggio idroelettrico e accumulo distribuito. Inoltre, sarebbe fondamentale mantenere un’adeguata disponibilità di centrali elettriche sincrone durante le ore critiche, almeno durante la fase di transizione, e introdurre requisiti affinché le fonti rinnovabili partecipino attivamente alla regolazione della tensione e della frequenza, nonché ai servizi ausiliari.

Nel settore energetico, come in molti altri settori, uno dei fattori che potrebbero maggiormente sostenere una rete basata principalmente sulle energie rinnovabili è la digitalizzazione. Infine, ma non meno importante, una prospettiva europea è ora più che mai essenziale, con una maggiore interconnessione e coordinamento a livello continentale: una rete più integrata aiuta ad assorbire gli shock locali e aumenta la resilienza complessiva del sistema.

I norvegesi dicono che non esiste il brutto tempo, ma solo l’abbigliamento sbagliato. Lo stesso vale per una rete energetica. Dovremmo concentrarci sulla costruzione di un sistema europeo più forte del tempo. Se non vogliamo che si ripetano eventi come quello accaduto in Spagna e Portogallo, i governi farebbero bene a prestare attenzione.