RETURN: piattaforme digitali per gestire i rischi ambientali

Il progetto RETURN rilancia la centralità della scienza collaborativa come leva per affrontare le sfide e i rischi ambientali del presente e del futuro.

rischi ambientali

RETURN (Multi-Risk Science for Resilient Communities under a Changing Climate), rilancia la centralità della scienza collaborativa come leva per affrontare le sfide e i rischi ambientali del presente e del futuro. Finanziato dal PNRR nell’ambito di NextGenerationEU e coordinato scientificamente dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, il progetto mira a costruire comunità più consapevoli, resilienti e pronte a gestire la complessità dei rischi in un pianeta in continua trasformazione.

RETURN coinvolge un partenariato esteso che comprende una vasta rete di università, centri di ricerca, enti pubblici e aziende. L’obiettivo è sviluppare strumenti, modelli predittivi e piattaforme digitali per la gestione e la mitigazione di scenari multirischio, da alluvioni e frane a terremoti, vulcani, degrado ambientale, siccità e inquinamento, in una prospettiva integrata che combina competenze tecniche, umanistiche e sociali.

Andrea Prota, presidente della Fondazione RETURN
Avviato alla fine del 2022, il progetto Return ha coinvolto una rete di partner impegnati nello sviluppo di uno strumento operativo la gestione concreta dei rischi ambientali. Abbiamo costruito un ecosistema digitale composto da prototipi virtuali capaci di simulare scenari multirischio complessi, all’interno di ambienti digitali realistici dal punto di vista geologico e geomorfologico. Le simulazioni si basano sulle caratteristiche reali del territorio italiano e adottano un approccio What if…, per analizzare le possibili interazioni tra eventi estremi e vulnerabilità territoriali.

Integrazione di più discipline

RETURN non si limita agli aspetti strettamente tecnici, che coinvolgono competenze in geologia, ingegneria, architettura e biologia, ma integra anche discipline come la sociologia, la psicologia e l’economia. L’obiettivo è sviluppare metodologie che considerino anche i fattori umani, come le condizioni di vulnerabilità sociale, per una gestione del rischio più efficace e inclusiva.

Accanto alla ricerca applicata, la Fondazione ha lanciato la prima edizione della Return Academy, un percorso formativo intensivo che coinvolge 40 giovani laureati provenienti da ambiti sia tecnico-scientifici sia umanistici. L’obiettivo è creare nuove competenze professionali capaci di leggere e gestire la complessità dei rischi ambientali attraverso una lente interdisciplinare.

Andrea Prota
Per affrontare i rischi ambientali servono competenze nuove, trasversali, capaci di integrare scienza, società e territorio. Con la Return Academy formiamo una generazione di professionisti in grado di leggere il rischio in tutte le sue dimensioni.