Biomasse solide per la transizione energetica europea

L’uso efficiente delle biomasse deve privilegiare applicazioni ad alto valore aggiunto, valorizzando residui e materiali forestali per energia sostenibile.

Biomasse solide

L’Associazione Energia da Biomasse Solide (EBS) esprime apprezzamento per il nuovo Quadro Strategico per una Bioeconomia UE competitiva e sostenibile presentato solo alcuni giorni fa dalla Commissione Europea, sottolineando la necessità che sia riconosciuto pienamente il ruolo strategico delle bioenergie nella transizione energetica europea.

Andrea Bigai, Presidente di EBS
La strategia rappresenta un passo importante verso la valorizzazione delle risorse biologiche europee. Tuttavia, constatiamo che l’enfasi posta sui materiali bio-based rischia di oscurare il contributo fondamentale che già da tempo le biomasse solide stanno fornendo alla sicurezza energetica e alla decarbonizzazione dell’Europa. Il documento della Commissione riconosce che nel 2022 il 29% della biomassa europea è stata utilizzata per scopi energetici, con una crescita del 14% negli ultimi dieci anni. Questi numeri dimostrano che il nostro settore è una realtà industriale consolidata che garantisce occupazione, sostiene le economie locali e le aree interne, fornisce energia rinnovabile programmabile e non soggetta alla variabilità delle condizioni atmosferiche. Un comparto che ha saputo mettere tutto questo a disposizione della collettività anche in un periodo di dirompente criticità dal punto di vista degli approvvigionamenti energetici nel nostro continente.

Un uso efficiente delle biomasse

L’associazione condivide l’approccio della Commissione sull’uso efficiente delle biomasse che deve privilegiare applicazioni ad alto valore aggiunto. Il concetto di uso a cascata delle risorse biologiche è centrale in questa visione. I residui, i sottoprodotti agricoli e i materiali forestali non diversamente utilizzabili trovano nella valorizzazione energetica la loro applicazione più razionale ed efficiente.

EBS esprime tuttavia alcune perplessità riguardo al futuro quadro normativo. La strategia annuncia per il 2026 un “Energy Union package” che rivedrà l’esperienza della Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED), inclusi i criteri di sostenibilità. Inoltre, è prevista per il 2027 una relazione sull’impatto degli schemi di supporto nazionali alle biomasse, anche in relazione a possibili distorsioni di mercato.

EBS biomasse solide

Andrea Bigai
Auspichiamo che queste revisioni non penalizzino un settore che, generando un indotto particolarmente consistente e di pregio, continua a dimostrare la propria sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’Italia, con la sua consolidata filiera composta da oltre 5.000 lavoratori, rappresenta un modello virtuoso di gestione sostenibile delle risorse boschive, di economia circolare, di stabilità, di creazione di valore. Qualsiasi modifica normativa deve tener conto delle specificità territoriali e delle best practice già consolidate.

La bioeconomia europea non può prescindere dalle bioenergie. Servono politiche integrate che valorizzino tutte le filiere bio-based, dalla produzione sostenibile delle biomasse alla sua trasformazione in materiali ed energia, massimizzando efficienza, circolarità e benefici territoriali.