Agricoltura conservativa, la salvaguardia e la stabilità del suolo

Agricoltura conservativa, la salvaguardia e la stabilità del territorio

Al convegno organizzato da Aigacos e Terra di Marche si è trattato delle pratiche virtuose della agricoltura conservativa e degli scenari maggiormente sostenibili.
Partendo dal confronto tra produttori al fine di condividere gli strumenti che hanno favorito le loro scelte, il convegno ha messo in luce il modello di agricoltura che assicura una serie di benefici ambientali a favore della società civile e dell’economia dei diversi territori.

I benefici dell’agricoltura conservativa – Durante il convegno sono stati illustrati i vantaggi dell’Agricoltura Conservativa, che prevede l’adozione di pratiche agronomiche sostenibili indirizzate a preservare l’agroecosistema dalla progressiva degradazione causata dall’evoluzione dei cambiamenti climatici e dalla pressione antropica. Le pratiche di agricoltura conservativa consentono innanzitutto di abbassare le emissioni inquinanti, attraverso un’azione di sequestro della CO2 ove il suolo conserva più carbonio organico, con riduzione di emissione di CH4 e con minore emissione di gas serra. In aggiunta, grazie ad un minore numero di lavorazioni e ad una minore necessità di forza motrice è possibile ridurre i consumi di gasolio e risparmiare combustibili pari a 80/100 litri di gasolio per ettaro.
L’agricoltura conservativa permette anche di controllo dell’erosione, dal momento che la copertura permanente e la migliore struttura del suolo lo proteggono dall’erosione idrica ed eolica e di favorire una maggiore biodiversità, considerando che il minore compattamento e l’aumento di sostanza organica favoriscono l’attività della micro e mesofauna del suolo. Migliorando la capacità di ritenzione idrica del suolo e anche la qualità dell’acqua di run-off è possibile poi ottenere efficienza dei cicli dei nutrienti, che risultano più biodisponibili migliorando la capacità di aumento della fertilità. Importanti benefici anche in termini di efficienza economica, con un risparmio economico pari a 250/300 Euro per ettaro, dal momento che si riducono i costi colturali e le rese dei cereali risultano maggiori rispetto al terreno lavorato nelle annate siccitose. Infine l’agricoltura conservativa consente di ottenere benefici anche in termini di servizi ambientali per la società, fra cui la possibilità di avere acque di falda più pulite e minore inquinamento.

Suolo: l’allarme dell’Onu, la strategia di Bruxelles – L’Onu, attraverso Unep, il programma delle Nazioni unite per l’ambiente, ha recentemente lanciato l’allarme per la perdita di fertilità: sta infatti calando drasticamente il tenore di sostanza organica dei suoli agrari e questo effetto è particolarmente evidente nella fascia climatica che comprende l’Italia. Anche l’Unione Europea si preoccupa per la degradazione dei terreni agrari: la somma dei costi connessi a erosione, perdita di sostanza organica, smottamenti e contaminazioni supera i 38 miliardi all’anno in tutto il continente. Bruxelles ha lanciato 10 anni fa la sua “Strategia tematica per la protezione del suolo”. Nel 2012 la FAO ha istituito la Global soil partnership per promuovere azioni contro il degrado dei terreni.
L’agricoltura conservativa è un metodo di coltivazione che prevede l’adozione di pratiche agronomiche sostenibili indirizzate a preservare l’agroecosistema dalla progressiva degradazione causata dall’evoluzione dei cambiamenti climatici e dalla pressione antropica. Aigacos è un’associazione di agricoltori accomunati dall’interesse per queste pratiche virtuose ed è stata costituita nel gennaio 1998 proprio ad Osimo; le Marche sono infatti una Regione all’avanguardia nell’adozione dell’agricoltura conservativa e il convegno del 20 gennaio ha rappresentato un ritorno alle origini in un periodo in cui la tutela della risorsa suolo rappresenta una priorità.

Giuseppe Elias, Presidente Aigacos
nella crescita di questo modello produttivo riferendo incidono sia aspetti economici che ambientali, visto che le modalità di gestione del suolo connesse a questo paradigma produttivo sono quelle più adatte a preservare struttura e contenuto di sostanza organica dei terreni agrari.

Un modello di gestione sostenibile – Nell’ambito di questi impegni internazionali, l’agricoltura conservativa è stata assunta come modello di gestione sostenibile delle colture e la diffusione di questa tecnica è cresciuta a livello mondiale del 47% nel quinquennio 2008-2013 (380mila ha stimati in Italia). Si tratta di una crescita spontanea (non sostenuta da ingenti in iniezioni di contributi comunitari): l’agricoltura conservativa richiede elevati livelli di professionalità, ma consente di coniugare sostenibilità ambientale ed economica, attraverso la riduzione delle lavorazioni e quindi dei costi di produzione.

Michele Pisante, Professore presso l’Università di Teramo e commissario Crea
Le esperienze da noi realizzate hanno consentito di mettere in luce i vantaggi economici e ambientali connessi a questa pratica, dimostrando ad esempio la crescita delle rese di frumento duro gestito in conservativo, nelle annate più siccitose.

Angelo Frascarelli, Professore associato presso il Dipartento di Scienza Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università di Perugia
L’agricoltura conservativa si trova a competere assieme ad altri modelli produttivi all’interno della misura 10 dei piani di sviluppo rurale, con entità di finanziamento limitate ed estremamente variabili tra le Regioni: le Marche sono agli ultimi posti con solo il 4% del budget a disposizione.