Bain & Company: transizione energetica per un business green

Secondo il quinto report annuale di Bain & Company, cresce il numero di exit per dismettere gli asset ad alta intensità di emissioni. In un’ottica più green.

transizione energetica

Gli scenari geo-politici, la guerra in Ucraina con la conseguente crisi dei prezzi del gas e le spinte globali all’adozione di paradigmi economici e sociali improntati alla sostenibilità, negli ultimi anni stanno accelerando significativamente gli investimenti dei player del settore nella transizione energetica. Nel 2022 questo trend è continuato e le acquisizioni di asset che possano favorire la transizione energetica rappresentano oggi il 27% di tutte le operazioni di M&A nel comparto (+7% rispetto al 2021). Ecco cosa emerge dagli approfondimenti per settori del quinto Report annuale di Bain & Company sulle fusioni e acquisizioni.

Roberto Prioreschi, Senior Partner e SEMEA Regional Managing Partner di Bain & Company
Guardando ai primi nove mesi del 2022 emerge con forza anche un altro trend: le aziende stanno perseguendo una strategia di asset rotation o di emersione del valore degli asset in portafoglio. Infatti, nell’anno appena concluso, le attività di valorizzazione hanno totalizzato 250 miliardi di dollari, il livello più elevato rispetto a quanto registrato in ogni altro settore. I portafogli delle aziende energetiche stanno rapidamente evolvendo, indirizzando una fetta sempre maggiore degli investimenti all’espansione in nuove aree di business o all’esplorazione di nuovi business di crescita. Ci aspettiamo che questo trend si intensifichi ulteriormente nel 2023 e negli anni a seguire.

Alessandro Cadei, responsabile EMEA della practice Energy & utilities di Bain & Company
In Europa, la dinamica è ancora più marcata, anche come conseguenza degli impegni comunitari e degli obiettivi di decarbonizzazione definiti nei piani nazionali di Energia e Clima. Contemporaneamente, osserviamo anche una crescente attenzione alle tematiche di security of supply, la cui rilevanza era invece diminuita negli anni passati. In questi ambiti, dal nostro punto di vista, sarà importante trovare un bilanciamento tra soluzioni storicamente industrializzate e testate rispetto a modelli più innovativi e capaci di generare impatti positivi in termini sociali (sviluppo nuove competenze ed offerta di green jobs) e di ulteriore crescita (nuove tecnologie per nuove filiere, funzionali ad una progressiva re-industrializzazione).

I deal nel settore Energia

La ricerca Bain evidenzia come, nel settore Energia, i deal di scopo rappresentino oggi circa la metà di tutte le transazioni, quota decisamente superiore rispetto ad altri settori. Tuttavia, le aziende del settore energetico hanno relativamente meno esperienza nelle operazioni di scopo rispetto a quelle di scala. Di conseguenza, i dealmaker del mondo dell’energia possono imparare dall’esperienza dei player di altri settori, ripensando innanzitutto l’intero processo di M&A.

Roberto Prioreschi e Alessandro Cadei
La nuova ondata di fusioni e acquisizioni, orientate a favorire una rapida e solida transizione, sta rendendo l’arena sempre più vivace e competitiva, generando indirettamente un diverso profilo di rischio/rendimento rispetto alle operazioni precedenti. Questo richiede, da parte degli operatori, approcci diversi rispetto al passato: è fondamentale oggi concentrare l’attenzione non solo sulle sinergie di costo, ma soprattutto sulla crescita della top line della profittabilità, identificando nuove opportunità derivanti da modelli di business innovativi per area geografica, linea di prodotto, mercati e clienti specifici.

Il Global M&A Report 2023 è disponibile qui.