
Clivet, brand del gruppo MBT Climate, ha organizzato una conferenza stampa per l’inaugurazione del nuovo MBT Climate Innovation Centre a Padova, una struttura dedicata al R&D delle pompe di calore e delle tecnologie per il comfort ambientale. All’evento hanno partecipato Stefano Bellò, President & CEO, Kobe Peng, Vice President & Chief Sales Officer, Alexander Kaiss, Senior Vice President & Chief Operating Officer, Jacky Wang, Chief Technical Officer, Luca Martini, Supply Chain Manager. Sono intervenuti anche Claudio Zilio, Professore ordinario di Fisica Tecnica presso l’Università degli Studi di Padova e Presidente AiCARR, e Claudio Crosato, l’architetto che ha diretto i lavori per la costruzione del centro.
Un riferimento per la ricerca e lo sviluppo delle pompe di calore
Il nuovo Innovation Centre è un punto di riferimento internazionale per la ricerca e lo sviluppo nel settore residenziale del riscaldamento, della ventilazione, della climatizzazione e della qualità dell’aria. Il centro è la dimostrazione che MBT Climate – il gruppo nato dal colosso cinese Midea con l’acquisizione della svizzera Arbonia Climate e dell’italiana Clivet – è fermamente convinta che la transizione energetica è già in atto e che non esiste una vera ragione tecnica o economica per cui l’Italia non possa raggiungere gli obiettivi di transizione energetica per il 2040, almeno nel settore edilizio.
Stefano Bellò
MBT Climate è in prima linea per aumentare l’efficienza energetica e offrire pompe di calore allo stato dell’arte. Il gruppo conta su 4.000 persone e punta a raggiungere 1 miliardo di euro di fatturato nel 2025. Il marchio dispone sia di nove impianti produttivi all’avanguardia (tre sono in Italia: a Corbetta, a Verona e a Feltre, con quest’ultimo che sarà attivo a febbraio) sia di sei centri di ricerca e sviluppo (incluso quello appena inaugurato), inoltre vuole collaborare con le università per portare avanti nuove ricerche, anche di ampio respiro.
Alexander Kaiss
Grazie all’unione dei portafogli delle tre aziende che costituiscono MBT Climate, il gruppo può contare su stabilimenti molto specializzati, per esempio dedicati ai refrigeratori oppure ai climatizzatori oppure ancora ai ventilatori. A livello di numero di dipendenti e di volumi, l’Italia per MBT Climate è al primo posto e il brand è pronto a investire molto per diventare l’attore principale nella transizione energetica in Europa. Per il nuovo Innovation Centre a Padova sono stati spesi circa 12 milioni di euro.
L’importanza della ricerca e sviluppo
Per MBT Climate il settore R&D è fondamentale e il gruppo finanzia attività in diversi centri, localizzati in tre nazioni: Italia, Germania e Cina. Più in dettaglio:
In Italia le attività sono situate a Feltre (il sito principale) e a Corbetta. Le persone coinvolte sono circa 100 e sviluppano sia prodotti commerciali per la gestione del calore e chiller sia dispositivi per la ventilazione. La piattaforma tecnologica alla base dei prodotti è portata avanti in Italia e in Germania, con il sito centrale a Padova. Le persone attive sono 20 e studiano le tecnologie avanzate, il design industriale, il controllo e la digitalizzazione, le normative di settore.
In Germania la ricerca e sviluppo coinvolge anche il Belgio e impegna circa 110 persone. I prodotti studiati sono i dispositivi per il riscaldamento tramite unità radianti (come radiatori e pannelli a pavimento), pompe di calore e ventilatori residenziali.
In Cina il centro di ricerca è situato a Shunde Guangdong (dove si trova il quartier generale di MBT) e impiega circa 30 persone che sviluppano le sinergie delle pompe di calore prodotte in Europa.
Jacky Wang
In sostanza, lo scopo del nuovo centro a Padova è individuare soluzioni che consentano il miglior compromesso tra climatizzazione e sostenibilità, in un’ottica di basso impatto ambientale. Questo è e sarà possibile grazie a fluidi refrigeranti a basso impatto climalterante, dispositivi più efficienti dal punto di vista energetico, una gestione intelligente dell’energia e altre tecnologie all’avanguardia. Il centro permetterà di rafforzare la cooperazione con le università (in primis quella di Padova), con gli enti di certificazione e con i centri di ricerca.
L’edificio: modifiche e adattamenti
L’esigenza che ha portato alla creazione dell’Innovation Centre è stata avere un laboratorio vicino all’università di Padova, dotato di camere di prova e di strumenti, con spazio sufficiente per accogliere circa 100 persone tra ricercatori, ingegneri e tecnici.
Per la realizzazione del centro è stato assegnato un tempo molto ristretto: appena due anni. Una tempistica così limitata ha spinto il team di progetto a cercare un edificio già esistente, che necessitasse soltanto di una ristrutturazione. L’immobile individuato, in passato adibito alla logistica, presentava una caratteristica strutturale rivelatasi particolarmente utile per la nuova destinazione d’uso: una pavimentazione doppia, che ha facilitato l’installazione delle fondamenta e delle strutture di isolamento necessarie per le camere di test.
I lavori di adattamento alla nuova funzione sono iniziati nel giugno 2024 e sono durati solamente un anno. Le modifiche sono consistite in un ampliamento dell’edificio e in un innalzamento di una sua parte, in modo da contenere tre piani dedicati agli uffici, alle aule per la formazione e alle zone per il personale.
La parte principale, circa 1.800 metri quadri, è riservata alle camere di test e ai laboratori. È una zona a doppia altezza, per offrire spazio anche in verticale alle attrezzature di prova più voluminose. Le aree di test includono attualmente due camere climatiche, per collaudare le pompe di calore in ambienti con temperature che vanno da -35 a 70°C, con umidità variabile, fino ad arrivare alla nebbia salina. Ci sono poi due camere acustiche, per i test che riguardano il rumore emesso dalle pompe di calore, così da verificare che rispettino le specifiche di progetto, le normative e le esigenze dei clienti. Sono presenti anche macchine per verificare l’impilabilità degli imballaggi e la resistenza dei prodotti alle cadute e alle vibrazioni.
L’alimentazione di questi macchinari è garantita da una centrale elettrica da 2,5 MW, affiancata da un gruppo di continuità e da un generatore diesel. Sul tetto è posizionato un impianto fotovoltaico, che contribuisce all’alimentazione del sistema elettrico dell’edificio, di set di batterie e di una stazione di ricarica per veicoli elettrici.