Si è svolta alla Camera dei Deputati, presso le commissioni Ambiente e Attività produttive, l’audizione del presidente dell’Associazione Energia da Biomasse Solide (EBS), Andrea Bigai, in relazione all’esame dello schema di recepimento della direttiva europea RED3 dedicata alla promozione dell’energia da fonti rinnovabili.
Nel suo intervento, il presidente di EBS ha portato all’attenzione delle istituzioni le problematiche derivanti dal recepimento della direttiva europea RED3, sottolineando la necessità di considerare attentamente le specificità normative, produttive e ambientali che contraddistinguono la filiera italiana delle biomasse solide.
Regole rigorose e sistemi di controllo consolidati
Bigai ha evidenziato come il quadro normativo nazionale sia già caratterizzato da regole rigorose e sistemi di controllo consolidati, in grado di assicurare una gestione sostenibile dei residui forestali (biomasse) e una corretta tracciabilità documentale dei materiali. Ne è un esempio concreto il tema della deforestazione: in Italia è attestato che non vi è un problema di depauperamento quantitativo della risorsa forestale quanto invece di abbandono, con tutti i rischi che ne conseguono. Il sistema normativo vigente vede l’Italia già tra i paesi più avanzati nella gestione di questi aspetti.
L’introduzione di ulteriori obblighi generici previsti dalla RED3, in parte sovrapposti ad adempimenti già in vigore, comporterebbe un aggravio burocratico e rischierebbe di generare inefficienze senza valore aggiunto per la tutela ambientale e per l’efficienza del comparto.
Andrea Bigai
Il nostro è un settore pienamente in esercizio e a regime, con un peculiare percorso che negli anni ha permesso di costruire una complessa filiera che ha raggiunto un suo equilibrio. I provvedimenti RED3 di recepimento vanno a impattare su realtà articolate, interdipendenti e già pienamente operative, non su progetti di sviluppo ancora in fase di valutazione e ingegnerizzazione.
Il presidente ha dunque sottolineato il rischio di impatti negativi sulle unità produttive meno strutturate, in particolare sulle piccole imprese boschive e agricole, che rappresentano gli anelli più fragili di una filiera complessa.
Queste considerazioni nascono anche dalla recente esperienza riscontrata per adempiere alla certificazione di sostenibilità per cui EBS ha avviato da tempo il processo di conformità. A questo proposito, un’attenzione particolare è stata rivolta al principio dell’uso a cascata, già ordinariamente applicato e disciplinato dalla normativa nazionale (TUFF), che permette di garantire l’efficienza e la valorizzazione delle biomasse secondo logiche economiche e ambientali. Bigai ha richiesto la massima chiarezza e tempestività nell’emanazione dei decreti ministeriali concertati tra Mase e Masaf che dovranno definire i criteri applicativi e le deroghe al principio di uso a cascata, sottolineando che ritardi o modalità non funzionali potrebbero causare sprechi, abbandono del materiale e squilibri lungo la catena produttiva delle biomasse.

Andrea Bigai
La produzione energetica da biomasse solide è già parte integrante del sistema di decarbonizzazione nazionale e costituisce un modello funzionante di economia circolare, di presidio territoriale e sviluppo locale. È perciò importante dare impulso e protezione alle realtà che, negli ultimi anni, hanno investito e innovato, affinché la transizione energetica possa diventare effettivamente sostenibile. Il settore concorre alla riduzione della dipendenza dell’Unione Europea dall’importazione di combustibili fossili, la cui produzione energetica è ancora per il solo settore elettrico al 40% in Italia, e rappresenta una fonte di rilievo nel mix energetico con le altre rinnovabili per la sua programmabilità.





