A poco più di un mese dall’avvio del nuovo pacchetto di incentivi statali dedicati alla mobilità elettrica, il mercato italiano sta già mostrando segnali molto chiari: l’interesse verso le auto elettriche e, soprattutto, verso la ricarica domestica, è entrato in una fase di accelerazione senza precedenti. Il 22 ottobre 2025, giorno di apertura della piattaforma per richiedere il bonus, si è trasformato in un vero “click day” e i fondi disponibili sono andati esauriti in poco più di 24 ore, confermando un’attenzione altissima e una forte volontà di investimento da parte degli utenti.
Secondo i dati ProntoPro, il marketplace di riferimento per i servizi professionali che mette in contatto domanda e offerta, questa corsa agli incentivi non arriva però a sorpresa. Le richieste di installazione di wallbox (la soluzione standard, più sicura e veloce rispetto alla presa tradizionale, per chi ricarica la propria auto elettrica a casa) erano già in crescita costante nel corso del 2025. Il primo grande balzo si è registrato a settembre, con un +87,5% rispetto ad agosto, in concomitanza con l’annuncio dell’arrivo del bonus. L’effetto si è amplificato a ottobre: rispetto allo stesso mese del 2024, le richieste sono aumentate del +157%, segnando un cambio di passo netto nelle abitudini di chi si muove verso la mobilità green. E le proiezioni per novembre confermano che non si tratta di un fenomeno temporaneo: la crescita attesa su base annua raggiunge il +187%, segnale di un’evoluzione strutturale nel rapporto degli italiani con la ricarica domestica.
Il cosiddetto “bonus effect” emerge anche osservando le variazioni settimanali: nella settimana tra il 12 e il 18 ottobre le richieste sono salite del +10% rispetto alla precedente, per poi aumentare di ulteriori 5 punti percentuali nella settimana tra il 19 e il 25 ottobre, a ridosso del click day.
La transizione elettrica parte dalle grandi città: le FUA trainano il boom delle installazioni
La mappa delle richieste di installazione di wallbox conferma in modo evidente l’effetto degli incentivi. Tra i requisiti per accedere al bonus rientrava infatti la residenza nelle cosiddette aree urbane funzionali (FUA), individuate dall’ISTAT come sistemi composti da un grande centro metropolitano e dai comuni della sua cintura pendolare. Tra le principali FUA italiane figurano Milano, Roma, Napoli e Torino, che sono anche le aree che più hanno trainato la domanda.
Secondo i dati ProntoPro.it, infatti, circa il 40% delle richieste nazionali arriva proprio da questi territori ad alta densità abitativa e caratterizzati da intensi flussi di mobilità quotidiana: Milano guida la classifica con il 15% della domanda complessiva, seguita da Roma (13%) e dalle province di Monza e Brianza, Torino e Napoli, tutte al 4%.
La concentrazione si riflette in modo marcato nei capoluoghi, ma si estende con forza anche ai comuni limitrofi, dove l’installazione domestica delle wallbox risulta spesso più semplice e immediata. Lo dimostrano le dinamiche provinciali: nella provincia di Milano, il capoluogo catalizza il 40% delle richieste, mentre Sesto San Giovanni e Rho seguono con il 4% e il 3%. Uno schema analogo emerge nella provincia di Roma, dove il 64% delle installazioni richieste si concentra nel comune principale, affiancato da Fiumicino e Guidonia Montecelio, entrambe al 3%. Un quadro che restituisce la fotografia di un Paese in cui la transizione elettrica parte dalle grandi città e si irradia rapidamente verso la loro cintura urbana.
Wallbox da 7 kW protagoniste (53%): le scelte degli italiani tra potenza, costi e incentivi
A confermare la natura residenziale di questa corsa alla ricarica domestica è anche la tipologia di dispositivi richiesti. La maggior parte delle installazioni riguarda wallbox da 7 kW, che rappresentano il 53% del totale: si tratta della potenza più diffusa tra gli utenti privati, ideale per garantire una ricarica veloce senza richiedere interventi invasivi sull’impianto. Subito dopo compaiono le soluzioni fino a 5 kW (34%), una scelta coerente con la disponibilità energetica delle abitazioni italiane, dove il contatore standard è solitamente impostato a 3 kW, con possibilità di estensione a 4,5 o 6 kW in caso di necessità. Le wallbox più potenti, dagli 11 kW ai 22 kW e oltre, costituiscono complessivamente circa il 13% delle richieste: una quota più contenuta ma significativa, generalmente associata ad abitazioni di grandi dimensioni o a installazioni semi-professionali che richiedono una ricarica più rapida e continuativa.
Dal punto di vista economico, l’installazione di una wallbox domestica comporta una spesa compresa tra i 600 e i 2.000 euro, variabile in base alla potenza, al modello e alla distanza dal contatore. L’intervento richiede in genere circa mezza giornata di lavoro e, nella maggior parte dei casi, non necessita di modifiche sostanziali all’impianto elettrico esistente.
A spingere ulteriormente l’interesse verso questi dispositivi potrebbe però non essere soltanto il Bonus Auto Elettriche. L’attenzione degli utenti potrebbe infatti essere rivolta anche a un possibile rinnovo del Bonus Colonnine Domestiche per le spese effettuate nel 2025. Introdotto la scorsa primavera per gli acquisti avvenuti nel 2024, il contributo copre fino all’80% delle spese per l’acquisto e l’installazione di wallbox con potenza fino a 22 kW, con un tetto di 1.500 euro per le persone fisiche e 8.000 euro per i condomini. Una proroga dell’incentivo potrebbe mantenere elevata la domanda anche nel corso del prossimo anno, consolidando ulteriormente l’adozione della ricarica domestica.
Bonus e mobilità elettrica: cresce l’interesse, ma il mercato resta ancora tradizionale
Ma gli incentivi stanno davvero cambiando il parco auto italiano? Secondo i dati ProntoPro relativi alle richieste di assicurazione auto, qualche segnale concreto di accelerazione c’è. Nel 2025 l’auto elettrica raddoppia le percentuali della propria presenza, passando dall’1,5% al 3% delle richieste totali rispetto al 2024. Un incremento significativo considerando che si tratta di un mercato ancora giovane e fortemente influenzato dalla disponibilità di infrastrutture di ricarica.
Il quadro generale racconta però come le motorizzazioni tradizionali restino tuttora dominanti. Il diesel continua a rappresentare la quota maggiore, stabile al 44% delle richieste (dato identico al 2024), mentre la benzina segue con il 41%, in lieve calo rispetto al 41,5% dell’anno precedente. Gpl e metano si attestano complessivamente al 12%, perdendo un punto percentuale rispetto al 2024.






