Il pellet, le certificazioni e i criteri di scelta

Stufe e caldaie a pellet sono realtà sempre più diffuse e l’integrazione dei nuovi sistemi di riscaldamento, soprattutto in ambito residenziale, rappresentano un’interessante alternativa agli impianti convenzionali. Nel nostro Paese la distribuzione è stata capillare e ora, grazie agli ecoincentivi statali, validi per tutto il 2014, le previsioni di vendita sono particolarmente positive.

Ad oggi, buona parte del pellet utilizzato per alimentare stufe e caldaie viene importato dall’estero e la domanda nazionale è in costante crescita. Per validare il materiale importato e garantire un determinato livello di qualità, nel 2009 è stata inserita la certificazione ENplus, redatta da numerose associazioni nazionali e revisionata dall’European Pellet Council e basata sulla norma EN 14961-2.

Il pellet, le certificazioni e i criteri di sceltaLa procedura di valutazione del pellet passa dunque da un’attenta analisi dell’intera filiera, dalla produzione, all’immagazzinamento, al trasporto nei punti vendita.
Il materiale finito viene perciò suddiviso in categorie, a partire dalla classe A1, dove il prodotto può contenere una percentuale di ceneri dello 0,5% per le conifere e dello 0,7% per il legno duro. Diversamente il segmento A2 comprende pellet realizzato con differenti tipologie di materie prime e che possono contenere ceneri fino all’1%.
Anche in Italia, la produzione e importazione di pellet di qualità è subordinata alla normativa ENplus. Le certificazioni vengono rilasciate da Enama (Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola), in accordo con l’associazione Aiel, Associazione Italiana Energie Agroforestali.