Manutenzione dell’impianto, la pulizia dei pannelli

Per la pulizia del proprio impianto è fortemente sconsigliato il “fai da te”, per gli evidenti rischi derivanti dal posizionamento delle strutture, spesso ancorate al tetto, e per la possibilità di danneggiare i moduli con prodotti non adeguati. In questo caso è opportuno affidarsi alle aziende specializzate che, in base alla struttura da trattare, possono utilizzare strumenti manuali, semi-automatici, completamente automatizzati o persino prevedere l’installazione di un sistema di pulizia di tipo fisso.

La soluzione più diffusa prevede l’intervento di una squadra opportunamente attrezzata, che può raggiungere i pannelli tramite getti a pressione o aste telescopiche. Nel caso di installazioni più ampie vengono adottati macchinari con spazzole motorizzate, installate su appositi bracci meccanici, operati da personale qualificato.

Manutenzione dell’impianto, la pulizia dei pannelli

Per poter operare in modo efficace la pulitura dei pannelli, soprattutto in ambienti molto particolari, come per esempio in presenza di forte salsedine o sporcizia di origine animale (fattorie e allevamenti) è necessario utilizzare metodi diversi e impiegare composti liquidi differenti. L’acqua deve essere depurata e privata di residui e calcare, prima di poter essere utilizzata e, successivamente, può essere utilizzata nei processi di lavaggio. Nelle ambienti più ostili è possibile scegliere di utilizzare particolari prodotti di natura sgrassante, pensati per ottimizzare la pulizia, rimuovendo ogni genere di agente corrosivo. La formulazione chimica di queste soluzioni prevede l’integrazione con componenti specifici per pannelli FV, anticalcare e detergenti dedicati di tipo non schiumogeno. Tra i vantaggi di questo tipo di soluzioni c’è la maggiore copertura contro gli agenti corrosivi, ottenuta mediante la duplice azione deossigenante e filmante.

Nel complesso, tutti questi trattamenti consentono di mantenere pulito il pannello più a lungo, riducendo l’impatto degli agenti atmosferici, minimizzando l’effetto di polveri e poggia, evitando che le gocce d’acqua, asciugandosi, si trasformino in calcare o salsedine.