Harman, la scommessa del 5G per la mobilità connessa

Per molti operatori del settore dell’auto connessa, il 5G è visto come La Rete, la spina dorsale di un’era trasformativa in cui le industrie automobilistiche e delle comunicazioni si intersecano.

Vishnu Sundaram, Aravind Doss, Pratapaditya Singh e Pravin Samuel di Harman, analizzano il 5G e le relative implicazioni relativamente alle auto connesse. Inizia per Harman la scommessa del 5G per la mobilità connessa.

La tecnologia smart e l’essere “connessi” sempre e ovunque sono sulla buona strada per diventare un trend consolidato, anche al volante. In ogni caso, arrivare al punto in cui le auto possono essere considerate connesse al 100 percento non può avvenire con l’attuale rete 4G, il che significa che è in corso un aggiornamento importante. L’auto del futuro non ha bisogno di essere connessa solo per offrire comodità e intrattenimento: il focus principale saranno i possibili benefici associati a una vera automobile smart, che sia capace di “vedere” dove sta andando e capire l’ambiente circostante. Comunque, portare l’auto a questo punto – sia sulla A1A di Miami, sia su un incrocio affollato a Bangalore – richiederà una rete completamente nuova capace di supportare l’incredibile quantità di dati inviati alla velocità della luce tra un’auto, i veicoli che la circondano, il semaforo che controlla il loro flusso e i passeggeri.

Per molti operatori del settore dell’auto connessa, il 5G è visto come La Rete, la spina dorsale di un’era trasformativa in cui le industrie automobilistiche e delle comunicazioni si intersecano. Questo è particolarmente pertinente quando si prendono in considerazione le automobili a guida autonoma e i dati ad esse associati, che dovranno essere comunicati nel loro ecosistema in modo abbastanza veloce ed efficiente da eseguire singole decisioni secondarie. Anche prima che i veicoli completamente autonomi diventino popolari, questa rete promette di perfezionare i sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) progettati per veicoli di livello 1, 2 e 3.  

Harman, la scommessa del 5G per la mobilità connessa

Gartner prevede che, entro il 2020, 250 milioni di auto “connesse” saranno su strada, in aggiunta ai 20,4 miliardi di altri dispositivi che saranno connessi. Il settore automobilistico si trova ad un punto di svolta in cui l’auto non sarà più vista come una macchina “a silos”, ma come un dispositivo quotidiano, così come accade con uno smartphone. Nei prossimi quattro anni, il numero complessivo di auto di nuova generazione collegate a Internet potrebbe raggiungere i 220 milioni. Tutta questa innovazione equivale a un significativo ricambio generazionale nella connettività di rete, poiché il 4G semplicemente non sarà in grado di gestire l’aumento dei dati. I requisiti tecnici per questo passaggio da 4G a 5G sono un tempo di latenza inferiore a 1 ms e una velocità di downlink superiore a 1 Gbps.

Il vantaggio tecnico del 5G rispetto al 4G è enorme. Durante le recenti prove sul campo del 5G, gli operatori di telecomunicazioni hanno dimostrato una velocità di trasmissione dati superiore a 70 Gb/s. Novanta operatori in tutto il mondo hanno partecipato a prove in laboratorio e sul campo del 5G con operatori multipli in America, EMEA e APAC che hanno utilizzato bande tra 6 GHz e 80 GHz. La qualità dei miglioramenti del servizio in termini di affidabilità, densità di connessione, portata estesa e disponibilità a velocità di guida relativa fino a 500 km/h sono criteri di connettività essenziali per consentire la guida assistita e automatizzata.

Harman, la scommessa del 5G per la mobilità connessa

Il 5G è stato concepito per soddisfare tre grandi categorie di servizi: Enhanced Mobile Broadband (eMBB), Ultra Reliable Low Latency Communication (URLLC) e Massive Machine Type Communication (mMTC). All’interno dell’auto, l’eMBB getterà le basi per esperienze immersive come la realtà aumentata, sarà in grado di gestire l’aumento della richiesta di larghezza di banda e la necessità di capacità elevata con sensori multipli che si scambiano dati. Fuori dall’auto, l’URLLC sarà utile nelle comunicazioni vehicle to vehicle (V2V), vehicle to infrastructure (V2X) e durante la guida automatizzata. Man mano che l’auto diventa sempre più connessa, lo sono anche città e case e l’mMTC fungerà da strada attraverso la quale questi sistemi possono comunicare tra loro.

Non si sta evolvendo solo la tecnologia automobilistica, ma sta cambiando anche il modo in cui le persone utilizzano le auto. Si sta delineando un futuro in cui la proprietà dell’auto come la conosciamo oggi sarà riservata agli appassionati, mentre la maggior parte delle persone si rivolgerà a servizi di car sharing per utilizzare i veicoli on demand. Questo avverrà sia attraverso l’uso della mobilità condivisa per auto di livello 2 e 3, sia attraverso veicoli completamente autonomi. Poiché questo cambiamento di rotta non avverrà da un giorno all’altro, risulterà cruciale per il successo della mobilità futura che questi tipi di veicoli interagiscano in modo sicuro con auto e camion ancora guidati da conducenti umani.

Ecco perché il 5G è così importante. Affinché tutto avvenga senza difficoltà, dovranno essere implementati sistemi V2X per consentire ai veicoli di comunicare tra loro, di condividere le informazioni raccolte dai sensori e di essere diretti dai sistemi di controllo dell’infrastruttura. Questo sarà possibile grazie all’eMBB e all’URLLC, come dimostrato dalla figura seguente.

Il 5G contribuirà anche ad aumentare l’efficacia delle funzioni ADAS, comprese quelle già presenti sulle auto, come l’allarme di collisione anteriore, di sorpasso sconsigliato, di perdita del controllo e il monitoraggio degli angoli ciechi. Man mano che le auto diventeranno più autonome, avranno bisogno di sistemi per gestire la guida cooperativa, la congestione del traffico, i segnali che indicano la presenza di pedoni, i semafori, le indicazioni di velocità e addirittura la segnalazione di stazioni di servizio dove poter fare rifornimento. Grazie a tutta la velocità del 5G, la connettività di rete e le capacità di comunicazione saranno indipendenti, così da rendere possibile un ecosistema di veicoli veramente interattivo.

È stata fatta molta strada dall’auto completamente meccanica e il numero di sensori e unità di controllo elettronico (ECU) sui veicoli è solamente destinato ad aumentare. Man mano che le auto diventano più autonome, questi sensori dovranno avere funzioni visive, uditive e tattili che normalmente sarebbero riservate al cervello umano. Sensori ottici come fotocamere, telecamere a infrarossi e LiDAR saranno potenziati con sensori inerziali con sistemi satellitari globali di navigazione (GNSS) ad alta precisione. Tutti questi sistemi genereranno enormi quantità di dati che dovranno essere comunicati in tempo reale ad altri veicoli, infrastrutture e reti.

Ad esempio, entro il 2020 i sistemi LiDAR delle telecamere avranno bisogno di una larghezza di banda superiore a 1 Gbps per consentire un’esperienza utente coerente e affidabile. Per la potenza di calcolo delle auto autonome, sarà necessaria una larghezza di banda di almeno 5 Gbps.

Se guidare può essere naturale per la maggior parte degli automobilisti più esperti, l’enorme potenza di calcolo necessaria per farlo senza incidenti spesso passa inosservata. È così elevata, infatti, che si verifica un problema generale di “consumo energetico” con gli attuali veicoli autonomi che cercano di funzionare allo stesso livello di un guidatore umano. Una soluzione a questo problema potrebbe essere quella di diffondere i dati attraverso una rete wireless ad alta velocità: da qui l’importanza del 5G come base per le auto autonome. Proprio in questi anni inizia per Harman la scommessa del 5G per la mobilità connessa.