Clean Industrial Deal, l’Europe verso l’industria verde

Il CISAF ha tutte le carte in regola per diventare il motore di una transizione industriale ed energetica su larga scala.

Clean Industrial Deal

Quando la Commissione europea, lo scorso 25 giugno, ha adottato il Clean Industrial Deal State Aid Framework, il CISAF, ha dato il via a una stagione inedita di sostegno strutturale all’industria pulita. Il nuovo quadro di aiuti di Stato segue il precedente Temporary Crisis and Transition Framework, ma presenta due novità fondamentali: regole di compatibilità semplificate e un orizzonte temporale stabile fino al 31 dicembre 2030. L’obiettivo dichiarato è ambizioso, orientato a rendere possibile, a tutti gli Stati membri che lo vogliano, di accompagnare con garanzie, incentivi e risorse pubbliche la transizione verso rinnovabili, efficienza energetica, tecnologie low-carbon e capacità produttiva europea di “clean tech”.

“Il Clean Industrial Deal State Aid Framework (CISAF)”, spiega l’avv. Andrea Marega, partner dello studio legale Ughi e Nunziante, “stabilizza il supporto all’energia pulita (FER) fino al 2030, cruciale per il target PNIEC del 39,4%. Il CISAF introduce strumenti strutturali di riduzione del rischio (de-risking), trasformando lo Stato in gestore del rischio e garante della competitività. Lo Stato copre la “prima perdita” dei progetti (eolico offshore, idrogeno, accumulo), sbloccando liquidità privata. Il CISAF abilita il Matching Aid per trattenere investimenti clean-tech (batterie, FV) e i Contracts for Difference (CfD) per l’idrogeno verde industriale. L’efficacia è legata all’attuazione del D.Lgs. 190/2024 entro fine 2024”.

Cosa cambia davvero per imprese e green-maker

Il CISAF apre da subito a una pluralità di misure: dal sostegno diretto alle energie pulite, come solare, eolico, accumulo, al supporto economico per aziende energivore; dalla modernizzazione di impianti industriali esistenti alla promozione della manifattura europea di tecnologie pulite. Senza dimenticare strumenti di “de-risking”: garanzie, crediti agevolati, agevolazioni fiscali come l’ammortamento accelerato. Questo significa che chi produce o installa tecnologie “verdi” può trovare nel nuovo quadro un acceleratore reale con minori ostacoli burocratici, maggiore certezza di ritorno sull’investimento e accesso facilitato a risorse pubbliche. È una cornice che non riguarda solo le grandi filiere energetiche, ma potenzialmente ogni impresa, grande o piccola, che abbia la capacità e la volontà di investire in green.

Osserva infatti Andrea Bernardi, Ceo di Columbus Capital, primo search fund in Italia dedicato ad ambiente ed energie rinnovabili, “le nuove regole europee sugli aiuti di Stato nell’ambito del Green Deal industriale aprono spazi significativi per accelerare gli investimenti in rinnovabili, efficienza energetica e tecnologie low-carbon, rafforzando al contempo la competitività dell’industria europea. Il quadro delineato dal CISAF va nella direzione giusta, ma la reale efficacia dipenderà dalla rapidità con cui gli Stati membri – Italia compresa – sapranno tradurre queste possibilità in misure nazionali semplici, stabili e prevedibili. In particolare, è cruciale evitare che solo i grandi gruppi riescano a cogliere le nuove opportunità, prevedendo strumenti su misura per le PMI del settore rinnovabili (procedure snelle, chiarezza e certezza normativa, soglie minime di accesso adeguate, assistenza tecnica). Solo così potranno sostenere davvero una decarbonizzazione diffusa del tessuto produttivo”.

Proprio in questo senso voci imprenditoriali come quella di Prometeo Stufe, che da decenni costruisce stufe ad accumulo ad altissima efficienza energetica, interpretano il CISAF come una vera opportunità. Il fondatore, Alessandro Azzoni, commenta “le nuove regole europee sugli aiuti di Stato vanno nella direzione giusta: riconoscere e sostenere quelle tecnologie che, come le stufe ad accumulo, possono contribuire in modo immediato alla riduzione delle emissioni e dei consumi. Una stufa ben progettata brucia poca legna, la brucia in modo estremamente efficiente e restituisce calore per molte ore senza ulteriori combustioni: è un modello naturale di economia energetica circolare. In un momento in cui l’Europa punta alla decarbonizzazione e all’autonomia produttiva, non possiamo perdere il valore di queste soluzioni che uniscono artigianato, ingegneria termica e sostenibilità reale. Gli incentivi previsti dal Green Industrial Deal possono accelerare la diffusione di sistemi ad alto rendimento e dare continuità a un know-how che rischia di scomparire. Per noi, che costruiamo stufe da quasi trent’anni, significa poter formare nuove generazioni e contribuire in modo concreto a un futuro dove il calore è più pulito, più accessibile e più consapevole”.

Allo stesso tempo, operatori del fotovoltaico come EnergRed evocano i vantaggi immediati dell’autoconsumo da fonti rinnovabili, specialmente per le PMI. “Mentre l’energia da rete costa sempre di più per le imprese – oltre i 110 €/MWh di materia prima e oltre i 250 €/MWh finali per le PMI -, l’autoconsumo da fonti rinnovabili consente risparmi record, aggiunge il ceo Moreno Scarchini, per i nostri clienti, grazie alla formula Care&Share®, l’energia green ha un costo medio di circa 133€/MWh, con una riduzione del 40-50%. Un beneficio immediato, per di più senza doversi occupare di infrastrutture o altro: ogni azienda può concentrarsi sul proprio core business, affidandoci in outsourcing questo aspetto a costo zero e liberando nuova liquidità. Ogni metro quadrato di superficie è un’opportunità di generare valore attraverso il fotovoltaico in libero-autoconsumo. Un esempio? Una pmi con circa 350mq di tetto o superficie utile può ottenere circa 220mila euro di benefici netti durante la vita garantita dell’impianto: che si traducono in 540€/mq (o 4.300€/kWp) di valore aggiunto all’attività economica e produttiva. Senza contare i vantaggi derivanti dalla riqualificazione dello stabile e dalla bancabilità dell’asset”. 

Per una realtà come Forever Bambù, società benefit attiva nella coltivazione di bambù gigante, gli strumenti del Clean Industrial Deal possono rappresentare un incentivo a scala industriale, rendendo più facile e accessibile la realizzazione di “carbon sink” concreti, permanenti, a chilometro zero. Osserva l’AD Mauro Lajo, “i nuovi finanziamenti europei vanno nella direzione giusta: sostenere energie rinnovabili e processi produttivi decarbonizzati è ormai imprescindibile. In Italia esistono eccellenze che hanno anticipato questa visione: Forever Bambù, da oltre dieci anni, pianta foreste capaci di assorbire CO2 su scala industriale. Ma non solo, lavoriamo con grandi aziende come OEB Brugola, che ha voluto creare su terreni aziendali un bambuseto per neutralizzare le emissioni dei suoi processi produttivi. Crediamo nei crediti di carbonio, ma soprattutto nei progetti reali, tangibili e a chilometro zero, che migliorano l’ambiente in cui viviamo. È un beneficio per i territori, per le comunità e per le persone che ci lavorano. Questa coerenza tra azione e sostenibilità è ciò che il Pianeta – e l’Europa – si aspettano da noi.”

Il CISAF ha tutte le carte in regola per diventare il motore di una transizione industriale ed energetica su larga scala. Offre stabilità, flessibilità, strumenti concreti per chi vuole investire in sostenibilità. Ma perché questo seme dia frutto, è essenziale che, sia a livello nazionale che locale, si traduca in misure chiare, tempestive e accessibili.

Conclude Giuliano Maddalena, direttore di Safe, hub italiano di consorzi per le economie circolari, il Clean Industrial Deal armonizzerà in un’unica visione strategica un’ampia gamma di provvedimenti ambientali, tenendo in maggior conto le esigenze produttive, commerciali e geoeconomiche delle imprese. Chi immette i prodotti sul mercato avrà doveri di circolarità più ampi, ma nel quadro di un sistema di riciclo più incentivato, più innovativo e caratterizzato da maggiori economie di scala. SAFE-Hub delle Economie Circolari, che riunisce un gran numero di produttori, utilizza la sua dimensione di rete e il suo approccio multiservizio per posizionare efficacemente le aziende nel nuovo scenario, trasformando il mero adempimento in opportunità di business”.